Unicredit ha iniziato in questi giorni la propria offerta pubblica di scambio sulle azioni del Banco Bpm, che apre le porte alla creazione di uno dei più grandi colossi bancari d’Europa: Unicredit, infatti, diventerebbe la prima banca paneuropea per dimensione e la terza per capitalizzazione di mercato.
Il possibile accorpamento Unicredit-BPM consolida una progressiva concentrazione dell’attività bancaria che anche sul territorio nazionale va realizzandosi da tempo e solleva interrogativi sulla effettiva concorrenzialità interna al sistema, su cui le autorità di vigilanza devono esercitarsi, e sugli effetti potenzialmente negativi sulla qualità dei servizi e sui costi a carico dei consumatori e risparmiatori e delle stesse PMI, che rischiano di imbattersi in una minore flessibilità e in una gestione dei loro rapporti bancari meno attenta e personalizzata.
Ad essere coinvolte in tale operazione sarebbero, infatti, anche Webank, Banca Aletti e Banca Akros, nonché i clienti Anima e, indirettamente, potrebbe interessare anche i clienti Mps.
A prescindere dalle valutazioni sull’operazione, come accade in tutte le operazioni di fusione, è necessario rivolgere lo sguardo ai clienti degli istituti coinvolti, tutelandone i diritti e fornendo loro tutte le informazioni necessarie.
Qualora e quando questa operazione andrà in porto, infatti, potrebbe cambiare il loro Iban, con conseguenze di non poco conto sulla propria operatività (anche se di norma sono trasferite in automatico sul nuovo Iban tutte le operazioni quali bonifici ricorrenti, accredito dello stipendio o della pensione, utenze, ecc.). Tuttavia, potrebbero registrarsi disservizi nella “migrazione” dei dati e potrebbe rendersi necessario verificare e correggere eventuali problematicità del processo.
Poterebbero cambiare le credenziali di accesso all’Home banking, rendendo necessario modificare username o password utilizzati per accedere alle app e ai siti dai quali controllare le proprie operazioni bancarie.
Le carte di pagamento di ciascun istituto resteranno valide fino alla scadenza, ma successivamente dovranno essere sostituite, si auspica senza alcuna modifica al rialzo delle spese previste.
Per tutti coloro che hanno un mutuo o un prestito non vi dovrebbero essere delle modifiche: continueranno a pagare le rate, alle stesse condizioni.
In ogni caso è opportuno verificare che tale processo avvenga nel pieno rispetto delle regole: per questo Federconsumatori chiede alla Banca D’Italia di vigilare su questa operazione, che coinvolgerà un numero elevato di clienti e risparmiatori. La priorità dovrà esser quella di tutelare il risparmio dei cittadini.
Inoltre, è importante vigilare affinché tale l’operazione non comporti nuovi costi o modifiche delle condizioni contrattuali a carico dei clienti, e che non crei disagi e intoppi nell’operatività degli stessi.
Federconsumatori vigilerà affinché tali rischi non si concretizzino e si mette a disposizione sin d’ora per assistere e informare i cittadini che dovessero trovarsi coinvolti in disservizi o problematiche legate all’Ops.
E per queste ragioni, Federconsumatori ha rivolto alla Direzione di Unicredit l’invito a volersi confrontare con le Associazioni dei consumatori, con le quali intrattiene relazioni protocollari.