È saltata la trattativa tra Unicredit e il Ministero dell’Economia sull’acquisizione di MPS. “Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti” – riferisce il Ministero, sono stati interrotti i negoziati iniziati a luglio.
Secondo le indiscrezioni Unicredit avrebbe chiesto al Ministero dell’Economia di farsi carico dei una ricapitalizzazione di oltre 6 miliardi, da aggiungere alla dote di 2 miliardi già concessa al compratore.
Una richiesta troppo onerosa a giudizio del Governo, che ha contribuito a far saltare il banco, rimettendo di fatto sul mercato l’istituto senese. Rimane però poco tempo per concludere la trattativa: secondo gli accordi presi con la Commissione Europea lo Stato dovrebbe sfilarsi dal capitale entro fine anno.
Ecco perché condividiamo l’appello per un accordo con l’Europa che consenta di dilatare i tempi: non vorremmo infatti che, viste le scadenze così ravvicinate, si dovesse optare per una svendita, piuttosto che per un’acquisizione equa.
Anche perché le condizioni poste sono a tutto vantaggio dell’acquirente: secondo le stime della stessa Unicredit, in poco più di due anni l’acquisizione sarebbe stata totalmente ripagata.
Il punto fermo rimane quello della tutela di risparmiatori, obbligazionisti e lavoratori della banca più antica: per questo facciamo appello al Governo, affinché in ogni modo tenti di salvaguardare un immenso patrimonio storico e culturale, oltre che economico, del nostro Paese.
“Come Federconsumatori monitoreremo da vicino la vicenda, per far sì che questa operazione non si trasformi nell’ennesimo motivo di delusione e violazione dei diritti dei risparmiatori italiani.” – afferma Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori.