Dal 1 agosto brutte sorprese aspettano i correntisti delle banche del gruppo Intesa San paolo: l’istituto bancario ha infatti comunicato ai propri clienti che vi saranno nuove condizioni e aumenti variabili a seconda della giacenza e della data di apertura dei conti.
Al riparo da tali aumenti solo i depositi sotto i 2.000 Euro. Al di sopra di tale cifra tutti i conti saranno interessati dalle modifiche, anche quelli che hanno fatto la propria fortuna proprio perché garantivano “zero spese”. Da zero ora si passa a 120 Euro.
La motivazione strappalacrime della banca riporta come “Negli ultimi anni la discesa dei principali tassi di riferimento sul mercato addirittura in area negativa ha determinato un persistente impatto sfavorevole sull’attività di deposito, gestione e remunerazione della liquidità”.
Eppure, a quanto ci risulta, il gruppo bancario in questione, a differenza di molti altri che si trovano in sofferenza, ha avuto ampio margine per profitti e per la distribuzione di dividendi ai propri azionisti.
Troviamo improponibile, pertanto, l’intento di scaricare sui correntisti un celato tentativo di incrementare ulteriormente i propri introiti.
Un aumento che si aggiunge a quelli già operati da Banco Popolare, UBI (Unione Banche Italiane) e UniCredit (il secondo) che, già l’estate scorsa, avevano provveduto ad alleggerire le tasche dei correntisti.
In tale quadro non bisogna mai dimenticare un dato estremamente significativo: le banche italiane, mediamente, praticano i costi dei conti correnti più cari d’Europa.
In Italia, per il mantenimento, le operazioni e la gestione del proprio conto, ogni risparmiatore paga circa 318 euro l’anno, contro una media europea (UE a 27) di 114 euro. I correntisti in Italia pagano oltre il doppio della media europea. Se le motivazioni apportate dall’istituto bancario corrispondessero alla reale situazione, come farebbe la maggior parte degli istituti europei a sopravvivere?
Chi pratica i costi più bassi sarebbe costretto ad innalzarli così come sta facendo il gruppo intesa… non ci risulta, invece, a livello Europeo, un corsa al rialzo dei conti correnti. Chiediamo pertanto alle autorità competenti, a partire da Bankitalia, come intendono comportarsi?