Come purtroppo avevamo previsto, stanno emergendo numerose criticità sulla vicenda del “trasferimento” di molti correntisti di Intesa Sanpaolo alla banca digitale Isybank.
Un’operazione condotta in modo discutibile, soprattutto per quanto riguarda la gestione dell’informazione agli utenti.
La banca, infatti, ha iniziato a inviare comunicazione del passaggio dal 19 luglio scorso, dando sì la possibilità di restare in Intesa, purché si comunicasse tale intenzione al numero verde dedicato entro il 30 settembre.
Chi aveva scelto di ricevere comunicazioni in formato digitale, ma non ha aperto il proprio home banking o non ha visualizzato i documenti online in tale lasso di tempo, si è ritrovato, suo malgrado, trasferito da Banca Intesa alla banca digitale del gruppo.
Abbiamo sollevato, fin dal primo momento, tutte le criticità di un’operazione che, se gestita senza tutte le dovute precauzioni, avrebbe dato luogo a numerosi problemi e contestazioni, andando ad intasare gli sportelli e gli uffici reclami della banca.
Le carenze si riscontrano prima di tutto sul piano comunicativo: la modalità dell’opt-out, ovvero l’obbligo di comunicare la volontà di non aderire, avrebbe dovuto essere a nostro avviso ribaltata, richiedendo l’espressa adesione da parte dell’utente. Inoltre, sul sito della banca non è presente alcun riferimento a tale passaggio. Chi, invece, ha contattato il numero verde per manifestare la volontà di non aderire, non ha ancora ricevuto conferma in tal senso.
Ma i problemi non si fermano qui: sono molti i correntisti che lamentano di essere stati inseriti tra i potenziali fruitori ottimali del nuovo servizio senza presentare le caratteristiche di profilazione, tra cui l’età e l’utilizzo prevalente e quasi esclusivo di servizi digitali.
Un’altra criticità si manifesta sul piano dei servizi: ad oggi alcune funzionalità presenti in Banca Intesa sono limitate o non disponibili con la banca nuova digitale. È fortemente ridotta, inoltre, la possibilità di recarsi presso gli sportelli, salvo che per alcune specifiche operazioni; motivo per cui la banca sta programmando la riduzione del numero di sportelli sul territorio, con gravi conseguenze in termini occupazionali e di accessibilità al servizio per gli utenti.
Troviamo più che discutibile, poi, la scelta dei tempi: sia per quanto riguarda la scelta del periodo estivo per mettere in atto tale operazione, sia per via del limitato tempo concesso per comunicare la volontà di non aderire.
Banca Intesa aveva assicurato alle Associazioni dei Consumatori uno specifico incontro tecnico per discutere di tali criticità, che non ha ancora avuto luogo.
Alla luce di ciò, viste le numerose richieste di aiuto pervenute, Federconsumatori sta assistendo migliaia di cittadini che, inconsapevolmente, si sono trovati clienti di un’altra banca. Ma vista la mole di lamentele e segnalazioni siamo convinti sia doveroso un passo indietro da parte di Banca Intesa, che invitiamo almeno a riaprire i termini per manifestare la mancata volontà di adesione alla proposta, nonché a permettere, anche in seguito, ai clienti di rientrare in possesso del conto originario senza lungaggini e soprattutto senza dover sottoscrivere un nuovo contratto. In assenza di ciò, porteremo avanti le istanze dei clienti e non possiamo escludere l’avvio di iniziative anche di carattere legale per tutelare gli interessi degli utenti coinvolti.
Riaprire i termini per chi non vuole aderire.