Alle fortissime critiche sollevate dal decreto Salva Italia, varato nel 2011 dal Governo Monti, che imponeva l’obbligo del conto corrente per far cadere 6/7 milioni di italiani nelle grinfie dei banchieri, affinché stipendi, pensioni e altri emolumenti corrisposti dallo Stato, di importo superiore a mille euro debbano essere erogati con strumenti diversi dal contante, ovvero conti correnti bancari o postali, finito sotto lo scrutinio della Corte Costituzionale dietro ricorso Adusbef, Abi e Bankitalia avevano replicato che le banche, avrebbero messo a disposizione dei clienti, un conto corrente ‘semplice’ con modesti costi di gestione.
Ma quel 'Conto corrente semplice' – che secondo le istruzioni di Bankitalia- doveva essere un contratto avente caratteristiche standard che permette al cliente di usufruire, a fronte di un canone annuo fisso, di un numero determinato di operazioni e di servizi base, è tabù nella stragrande maggioranza delle banche (solo 16 su 690 Istituti di credito presenti in Italia), che preferiscono appioppare costosi conti correnti pari a 348 euro l’anno, contro una media Ue di 114.
Mentre il canone annuo onnicomprensivo dovuto dal consumatore e il tasso di interesse creditore fissati liberamente dalla banca, che fa espresso divieto di applicare spese, oneri o commissione addebitati dalla banca al cliente in relazione al conto, all’infuori del predetto canone e degli oneri fiscali previsti dalla legge, è merce così rara da non essere disponibile in nessuna delle grandi banche come Unicredit, Banca Intesa, Monte dei Paschi, Ubi, Bpm.
E se la legge considera scorrette le pratiche commerciali di una banca, di un istituto di credito o di un intermediario finanziario che, ai fini della stipula di un contratto di mutuo, obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario ovvero all’apertura di un conto corrente presso la medesima banca, istituto o intermediario, le banche – con la diretta complicità di Bankitalia- fanno orecchie da mercante imponendo una costosa polizza a corredo del mutuo o l’obbligo di aprire un conto corrente.
Adusbef e Federconsumatori denunciano gravissimi casi di usi, abusi e quotidiani soprusi delle banche, le loro pratiche commerciali scorrette di imporre perfino la stipula di costose assicurazioni ai mutuatari denominata ‘credit protection’ proposta dallo stesso istituto in aperta violazione di legge, che oltre alla libertà per il cliente di scegliere sul mercato la polizza più conveniente, prevede anche l’obbligo da parte delle banche erogatrici di proporre due polizze di differenti assicurazioni non riconducibili alle banche, agli istituti di credito e agli intermediari finanziari stessi.
Adusbef e Federconsumatori stigmatizzano ogni atto di aggressività da chiunque praticata, ma non si meravigliano se il clima di diffusa illegalità, di totale arbitrio e disprezzo delle norme e di vera e propria violenza esercitata ogni giorno negli sportelli bancari dalle banche su milioni di utenti, correntisti, risparmiatori, possa produrre un clima di ostilità verso i banchieri,affini e loro rappresentanti, che comunque condanniamo.