Chiamati in causa dalla banca, con un atto di citazione corposissimo e che rinvia nei contenuti ai verbali delle vigilanze Consob, Bankitalia e Bce, sono gli ex vertici dell'istituto Berico e i revisori. Le doglianze riguardano i fondi esteri, il capitale finanziato (operazioni baciate), gli scavalcati e i soci preferiti nelle cessioni delle azioni nonché la concessione di credito senza sufficienti garanzie. Il sistema clientelare utilizzato nell'era Zonin, in quella che doveva rappresentare la Banca del territorio, fa rabbrividire. Spesso, stessi nomi compaiono tra i soci preferiti che sono riusciti a vendere le azioni quando ormai non era più possibile, che sono riusciti a ottenere milioni di credito mai restituiti e che hanno compiuto operazioni speculative, loro sì, guadagnandosi, a discapito di tutti i risparmiatori che ne hanno subito le conseguenze con l'azzeramento dei loro risparmi. È necessario che anche chi doveva controllare e vigilare e non lo ha fatto venga chiamato a rispondere e che il risarcimento venga diviso tra i vecchi soci che ad oggi ne stanno subendo le conseguenze. L'assemblea dei soci aveva infatti deliberato un'azione di responsabilità anche nei confronti della società di revisione, oggi tra le poche che possono dare rassicurazioni sulla sua solvibilità visto che ad esempio l'ex presidente Zonin si è già liberato di ogni suo avere. Ad oggi Federconsumatori sta proponendo Acf in tutta Italia per addivenire in tempi celeri a risposte chiare nonché sta chiedendo un tavolo di conciliazione che possa valutare, caso per caso, coloro che si sono trovati incolpevolmente a subire questa vicenda perdendo i loro risparmi.