Le recenti alluvioni che devastano la Germania dimostrano tutte la fragilità del nostro pianeta, afflitto in queste settimane da eventi metereologici estremi.
Gli scienziati spiegano come esiste una chiara correlazione tra l’aumento della concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera e la frequenza e l’intensità di alluvioni, ondate di calore ed eventi atmosferici di particolare intensità.
Il dato globale che più di tutti preoccupa è quello della temperatura media del nostro pianeta: il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato da quando si fanno rilevazioni sistematiche, con una temperatura media di 1,1°C superiore all’epoca precedente l’era industriale.
Questa emergenza richiama l’attenzione sulla necessità di un azzeramento delle emissioni inquinanti, che va attuato nel più breve tempo possibile: la scadenza del 2050 rischia di essere troppo lontana.
Vanno messe in campo politiche di adattamento e di riconversione, ormai rese improrogabili dagli obiettivi assunti e dall’emergenza sempre più evidente.
In Italia, per esempio, il Piano di adattamento è ancora fermo e non è mai passato alla fase attuativa. Pensando a quanto successo in Germania, dobbiamo immediatamente rendere operativa una politica basata sul ripristino degli ecosistemi fluviali e sul recupero degli spazi che abbiamo rubato ai fiumi con conseguenze sempre più devastanti.
Riteniamo che sia un preciso obbligo del Parlamento prevedere una “corsia preferenziale” per le opere che possono contribuire, in ogni settore, alla salvaguardia del clima e alla preservazione del pianeta.
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