In questi anni abbiamo espresso in numerose occasioni e con determinazione la nostra ferma contrarietà all’impiego di OGM. Evitare l’utilizzo di tali prodotti è fondamentale per tutelare la salute dei consumatori nonché per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo e il Made in Italy e proprio per questo accogliamo con favore la sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha annullato la decisione con cui la Commissione UE, nel 2015, aveva respinto la richiesta della ong tedesca TestBioTech di rivedere l’autorizzazione accordata tra il 2007 e il 2010 alla soia transgenica di Pioneer Overseas e Monsanto.
Di fatto, quindi, il pronunciamento della Corte sancisce il diritto delle organizzazioni ambientaliste e della società civile a presentare casi legali – e quindi a prendere parte ai processi decisionali – relativamente ai rischi per la salute, sia umana che animale che delle piante stesse, che possono derivare dall’impiego di OGM. Come giustamente sottolineato dal Tribunale, è ovvio che durante la fase di coltivazione gli OGM debbano essere considerati come parte dell’ambiente naturale, pertanto anche le disposizioni che ne disciplinano le ripercussioni sulla salute rientrano a loro volta nel settore dell’ambiente, siano gli OGM coltivati o meno all’interno dell’Unione.
“Si tratta di un’ottima notizia per i consumatori europei, che restano in larga parte contrari all’utilizzo di tali organismi e che, attraverso le organizzazioni di rappresentanza, hanno la possibilità di vedere tutelate le proprie posizioni nell’ambito comunitario” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.
La questione OGM è particolarmente importante per il nostro Paese che non solo conta il maggior numero di denominazioni DOP/IGP in Europa ma in questi anni ha visto crescere esponenzialmente il numero delle imprese che coltivano biologico e dei mercati a chilometro zero. Lo stesso concetto di OGM si contrappone alla salvaguardia della biodiversità, che è invece vitale per la nostra agricoltura. Inoltre gli OGM sono creature relativamente recenti e non è pertanto ancora possibile stabilire con sicurezza che non provochino danni alla salute nel lungo periodo.