In Alimentazione, Comunicati

Siamo stupiti e indignati di fronte alla notizia dello stop, da parte della Commissione Politiche UE, dell'emendamento alla legge comunitaria che innalzava al 20% il contenuto minimo di frutta nelle bevande analcoliche prodotte e commercializzate in Italia.

Si fa retromarcia su un importante provvedimento, utile non solo per la trasparenza e per la qualità dei prodotti in questione, ma anche dal punto di vista economico.

I cittadini vogliono bere aranciata che sia veramente degna di questo nome, non acqua insaporita con rare tracce di arancia.

Inoltre, l'imposizione di un maggior contenuto di frutta avrebbe dato una nuova spinta alla produzione agricola nel nostro Paese, creando maggiore occupazione ed aiutando a superare piaghe negative come il caporalato e il lavoro nero, che purtroppo ancora dilagano soprattutto nel Sud Italia.

 

Chiediamo pertanto di fare un passo indietro, ripristinando il limite minimo del 20% nell'interesse dei cittadini e della nostra agricoltura.

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