Ad un anno e mezzo dall’azione terroristica di Hamas nei confronti di civili e militari israeliani, che ha portato alla uccisione di più di 1.200 persone, la reazione del Governo di Israele non può in alcun modo essere considerata di mera risposta ai responsabili di quell’atto efferato, ma si configura in modo inequivocabile come un attacco strategico e strutturale all’intera popolazione palestinese della striscia di Gaza. I circa 40 mila morti registrati finora, l’uccisione di civili inermi, la distruzione di infrastrutture sanitarie, la modalità degli attacchi portati dall’esercito israeliano pongono l’azione del Governo di Tel Aviv oggettivamente fuori dal contesto dei Paesi civili. Non a caso Il 21 novembre scorso la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del primo ministro israeliano e dell’ex ministro della difesa israeliano, oltre che del capo del braccio armato di Hamas, proprio a conferma del fatto che ciò che sta avvenendo a Gaza e in Cisgiordania ha oltrepassato ogni limite di decenza, di civiltà e di umanità. Per questi motivi Federconsumatori aderisce all’appello promosso da Europe for peace, Rete italiana per il disarmo, Sbilanciamoci!, Coalizione Assisi pace giusta, Fondazione Perugiassisi che vi alleghiamo di seguito.
FERMATE ISRAELE non rimaniamo in silenzio
A Gaza e in Cisgiordania muore l’umanità
Se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU insieme ai governi del mondo non fermeranno il governo israeliano, Netanyahu ed i suoi ministri non si fermeranno.
Ormai è chiaro agli occhi di tutti: l’inazione o peggio ancora la complicità della comunità internazionale rappresentano un vero e proprio semaforo verde agli eccidi contro la popolazione palestinese e alla sottrazione della loro terra.
I nostri governi non possono continuare a voltarsi dall’altra parte. Il progetto di deportazione dei palestinesi dalla striscia di Gaza si avvicina di più ogni giorno che la guerra miete vittime innocenti, che gli ospedali vengono distrutti, che gli aiuti umanitari sono tenuti fuori da una cintura ermetica nel tentativo di colpire con la sete, la fame e per assenza di medicinali la popolazione civile. La rottura della tregua, la ripresa delle ostilità pregiudica inoltre anche la vita stessa degli ostaggi, dei quali continuiamo a chiederne la liberazione così come chiediamo la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi illegalmente detenuti.
D’altronde la repressione delle manifestazioni dei familiari degli ostaggi da un lato e dall’altro la violenza e gli arresti indiscriminati in Cisgiordania – come nel caso del premio Oscar 2025 Hamdan Ballal – evidenziano la volontà di affrontare con la violenza e il sopruso ogni dissenso: L’esatto contrario di ciò che ci si aspetterebbe da una democrazia.
Facciamo appello alla società civile italiana ed europea, ai Sindaci, alle forze democratiche ed associative, alle organizzazioni sindacali, agli intellettuali, artisti, uomini e donne di tutte le fedi, affinché levino forte la propria voce e si mobilitino in ogni città per costringere governi, Unione Europea e Onu ad assumere una immediata iniziativa politico-diplomatica per fermare il massacro.
Mobilitiamoci in ogni città per:
-un cessate il fuoco immediato e duraturo;
-la fine del blocco degli aiuti e l’assedio alla popolazione da parte israeliana;
-il varo di sanzioni economiche nei confronti d’Israele e la sospensione dell’accordo di partenariato Ue/Israele;
-il blocco reale di tutte le commesse di armamenti;
-il riconoscimento da parte dell’Italia e della Ue dello Stato di Palestina;
-l’adozione di “provvedimenti ombrello da parte della Ue” a protezione dei giudici internazionali della Corte e del tribunale dell’Aja dalle sanzioni e dalle ritorsioni decise dall’amministrazione Usa.