L’Istat ha appena diffuso i dati sulla fiducia dei consumatori che, riavvicinandosi ai livelli pre-Covid, risulta in ripresa rispetto ai livelli registrati nel periodo di più grave emergenza sanitaria. Considerando tuttavia che appena ieri lo stesso Istituto di Statistica ha riscontrato come oltre il 29% delle famiglie nel 2020 abbia subìto un netto peggioramento delle proprie condizioni economiche rispetto all’anno precedente, da una rilevazione come quella odierna emerge quantomeno un eccesso di ottimismo. A tale proposito è inoltre opportuno ricordare che nello scorso anno l’indice di fiducia dei consumatori ha fatto registrare una serie di minimi storici e che l’ultimo segnale negativo è stato registrato appena qualche mese fa, a dimostrazione di una situazione ancora incerta e non del tutto stabile. Nella fase attuale il quadro sanitario generale sta segnando un miglioramento e la campagna vaccinale sta procedendo a ritmo sostenuto: fattori, questi, che stanno incidendo in misura notevole sulla ripresa della fiducia delle famiglie ma che non possono mutare la situazione di grave crisi che il Paese sta vivendo.
Pochi dati positivi non possono certo agire come un colpo di spugna sui pesanti strascichi socioeconomici della pandemia, che ha portato ad una crescita esponenziale di disuguaglianze e disparità. Il nostro sistema economico continua a subire pesanti colpi e in un momento come questo è più che mai urgente intervenire con piani di rilancio dell’occupazione e programmi per l’innovazione e la modernizzazione delle infrastrutture nonché con l’adozione di un più equo sistema di tassazione, che preveda maggiori elementi di progressività ed un contrasto all’evasione fiscale realmente efficace.