Emergono segnali allarmanti dalla relazione finale della commissione di studio istituita presso l’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, incaricata di elaborare proposte di riforma in materia di processo e sistema sanzionatorio penale, nonché di prescrizione del reato.
Tra le proposte della commissione, istituita dal Ministro Cartabia con decreto del 16 marzo scorso e presieduta dal Prof. Giorgio Lattanzi, emerge, all’art. 1bis, anche quella di escludere le associazioni rappresentative degli interessi collettivi lesi da reato dalla possibilità di costituirsi parte civile nei processi penali.
Ciò significa che le associazioni a tutela dei consumatori, quelle a tutela dell’ambiente, contro la violenza sulle donne, le associazioni antimafia e molte altre non potranno più richiedere il risarcimento danni per le vittime dei reati (come, ad esempio, è accaduto nei processi a carico di ex manager di grandi gruppi bancari), ma potranno soltanto intervenire nei processi, per di più con una serie di limitazioni.
Non vorremmo che, si utilizzi l’alibi di adottare misure volte a ridurre i tempi del processo penale, per escludere la voce dei portatori collettivi di interessi da tali procedimenti.
Associazioni che, in nessun modo, possono essere considerate causa delle lungaggini del processo penale.
Preoccupati da questa prospettiva, faremo appello al Ministro Cartabia e al Parlamento chiedendo, in vista della presentazione degli emendamenti governativi al disegno di legge A.C. 2435, di riformulare questa proposta che, inibendo il ruolo delle associazioni portatrici di interessi collettivi, indebolirebbe i diritti dei cittadini e la loro possibilità di ottenere giustizia.