Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contro il caro-bollette: una misura ancora insufficiente, che non fa altro che ampliare la platea del bonus energia (estendendola ai nuclei con Isee fino a 25mila euro), ma riducendone in maniera insoddisfacente e risibile la durata.
Nel prossimo trimestre è stato annunciato dalla Presidente del Consiglio che “le famiglie con reddito fino a 25mila euro di Isee, quindi la stragrande maggioranza potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta” – presentando l’Isee. – Il “contributo che salirà fino a 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale, quindi i nuclei fino a 9.530 euro”.
Un piccolo passo avanti, ma ancora inadeguato a rispondere in maniera efficace al caro energia che, come dimostrano i dati odierni sull’inflazione, continua a trainare i prezzi al rialzo.
Provvedimenti tardivi, che intervengono anche a favore delle piccole e medie imprese, con un taglio degli oneri di sistema (nel dettaglio l’azzeramento per 6 mesi della componete Asos) che, da sempre, chiedevamo fosse destinato alle famiglie.
Appena ieri rivendicavamo misure veramente utili ed efficaci per risolvere l’emergenza sul fronte energia, rivendicando non solo l’adozione urgente di interventi, ma la scelta di quelli più efficaci, quali:
- il prezzo finale dell’energia elettrica deve essere una volta per tutte disaccoppiato dal prezzo del gas, in quanto l’attuale metodo mantiene i costi elevati per i consumatori, e determinati secondo un criterio artificioso e a tratti speculativo;
- l’estensione della soglia per accedere al bonus energia deve diventare strutturale, almeno a 20mila euro di Isee.;
- gli oneri sistema nella bolletta elettrica devono essere tagliati e riformati per tutti, in primis per le famiglie, spostando alcune voci a carico della fiscalità generale;
- l’IVA sul gas deve essere ridotta, anche in via temporanea, ma almeno fino alla fine dell’anno.
Questi sono gli interventi urgenti che potranno dare un sollievo alle famiglie, che da anni subiscono le conseguenze di scelte sbagliate e mancati interventi. Indicativo, in tal senso, il rinvio di 2 anni per l’ingresso dei clienti elettrici vulnerabili sul mercato libero introdotto dal Decreto.
Siamo convinti sia necessario fare molto di più, reperendo le risorse necessarie attraverso una adeguata tassazione degli extraprofitti delle aziende operanti nel settore (e non solo), che in questi anni hanno visto crescere esponenzialmente i propri utili.
Il Decreto contiene, oltre a tali elementi, numerosi ulteriori spunti di riflessione e analisi che ci riserviamo di valutare con la dovuta attenzione, specialmente per quanto riguarda i piani a medio-lungo termine.