L'Istat rende noto oggi che la produzione industriale, ad aprile, è tornata a "crescere" dello 0,7%, segnando un rialzo su base annua dell'1,6%.
"Un timidissimo segnale, ancora troppo fragile e del tutto insufficiente per poter parlare di ripresa." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Basta guardare ai dati sulla disoccupazione e sull'andamento dei consumi, nonché alle rilevazioni sul PIL nel primo trimestre (diminuito del -0,5% su base annua) per rendersi conto di quanto sia impensabile ipotizzare uno scenario di miglioramento.
La prima segna livelli record: il tasso di disoccupazione nel primo trimestre ha toccato quota 13,6%, raggiungendo il 46% per quanto riguarda la disoccupazione giovanile.
I consumi vanno sempre peggio: solo nel biennio 2012-2013, secondo quanto rilevato dall'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la contrazione è stata pari al -8,1%, che equivale ad una caduta della spesa di ciascuna famiglia di 2.320 euro annui.
A testimoniare il disagio sociale (segnalato oggi da Confcommercio) si aggiungono i dati drammatici relativi all'andamento dei consumi alimentari, in diminuzione del -2,9% nel primo trimestre 2014. Il crollo di tali consumi è un segnale inequivocabile: un vero e proprio grido di allarme delle famiglie. È noto, infatti, che la domanda relativa al comparto alimentare è l'ultima ad essere intaccata in una situazione di crisi, proprio per questo è tradizionalmente considerata anelastica.
È evidente che questa situazione non può protrarsi oltre. La famiglie e l'intero sistema economico non sono più in grado di sostenerla.
Per questo è indispensabile che il Governo intervenga con maggiore determinazione per rilanciare la domanda interna, potenziando ed estendendo forme di sostegno ai pensionati, ma soprattutto avviando un serio ed improrogabile piano straordinario per il lavoro che, oltre a creare nuova domanda occupazionale incida positivamente sulla crescita e sullo sviluppo del Paese.