Come ogni anno tornano puntuali le polemiche sul Premio Strega, importante premio letterario italiano. Su giornali e siti internet da settimane ormai si sprecano indiscrezioni, accuse, denunce su presunti episodi di nepotismo, accordi di cartello di editori, conflitti di interesse. Qualche finalista è stato sorpreso con le mani nel sacco del ricorso al copia e incolla di passi presi da proprie precedenti opere. Altri finalisti vantano consorti collaboratrici del direttore della Fondazione organizzatrice del Premio. Altri ancora hanno potuto utilizzare canali preferenziali di partecipazione ad ambite trasmissioni televisive. Tutti ingredienti inquietanti che spingono Federconsumatori e Adusbef a chiedere alla Rai (che trasmette in diretta la votazione finale e la proclamazione del vincitore) e all’Autorità di controllo sulle telecomunicazioni (Agcom), di esercitare il massimo controllo. Interessi e manovre dei grandi gruppi editoriali non possono stravolgere le regole del mercato e del servizio pubblico radiotelevisivo basate sulla trasparenza e la correttezza. Una competizione di questa rilevanza, il cui esito fosse già deciso in partenza suonerebbe come una intollerabile presa in giro per i diretti interessati e per i consumatori (telespettatori e lettori).