Troviamo precipitosa e contraddittoria la scelta del Governo di includere nel decreto 90/14 il tema della riorganizzazione delle Autorità indipendenti.
Unificare le sedi e le funzioni strumentali e riorganizzare l'accesso ai ruoli sono operazioni difficili, che non possono essere condotte in maniera superficiale ed approssimativa.
Condividiamo la necessità di un contenimento complessivo dei costi, purché le scelte ed i tagli non vadano a discapito dell'importante ruolo svolto dalle Authorities.
Non è nemmeno lontanamente pensabile intervenire su organismi così importanti senza prevedere un piano di riordino che consideri in maniera prioritaria la funzione, i delicati compiti, la complessità e l'eterogeneità delle attività svolte dalle differenti Autorità, che operano in settori strategici quali i servizi essenziali (energia, acqua, telecomunicazioni, trasporti, ecc.) nonché la finanza, le assicurazioni, la concorrenza nel mercato, la privacy.
Queste svolgono un ruolo fondamentale per la tutela dei diritti dei cittadini e per lo sviluppo del Paese. Ruolo che, per essere maggiormente incisivo, deve essere valorizzato e reso sempre più autonomo e indipendente, sia dalla politica, che ha eccessivo peso sulle nomine che dovrebbero essere invece improntate esclusivamente sulla competenza e sull'esperienza, sia dalle lobbies che, in alcuni settori, ancora hanno troppo peso e troppa influenza.
Spuntare le armi alle Autorità indipendenti significa creare scompiglio nel mercato, lasciandolo in mano ai gruppi di interesse, che potrebbero così agire indisturbati mettendo in atto pratiche ancora più scorrette e vessatorie di quelle applicate finora.
Per questo chiediamo al Governo di fare un passo indietro riservando alle Autorità indipendenti una misura ad hoc, che consideri caso per caso i diversi organismi, tagliandone sprechi e inefficienze senza depotenziarne le funzioni.
Non ha senso stravolgere realtà consolidate e radicate sul territorio fin dagli anni 90, che rappresentano un importante punto di riferimento a sia a livello nazionale che a livello territoriale, con il rischio di disperdere una preziosa rete di competenze e professionalità acquisite negli anni.
È necessaria una riforma più ampia ed attenta a preservare funzioni e competenze, nell'interesse dei cittadini e del Paese. Un disegno che deve prevedere uno ruolo sempre più intrecciato con le altre autorità europee, per regolare in maniera efficace mercati che travalicano i confini nazionali.