La recente iniziativa dei medici e primari oncologi ha riproposto l’allarme sui farmaci in “fascia C non negoziata” e sulla inaccettabile “disparità di accesso” ai farmaci anti-cancro innovativi, che discrimina i malati. Tali farmaci, infatti, sono disponibili e prescrivibili, ma non a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Federconsumatori ritiene indispensabile che l'AIFA esamini l’efficacia e la sicurezza dei farmaci biologici e ponga un termine all’iter di “negoziazione del prezzo e della rimborsabilità”. Infatti, secondo quanto previsto da un apposito provvedimento, entro 100 giorni dalla immissione in commercio a pagamento, l’AIFA è tenuta a chiudere l’iter per l’immissione dei farmaci a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Un termine che, di fatto, non è rispettato. Tale intollerabile ritardo provoca danni ai pazienti e gravi disparità.
Per questo richiamiamo l'AIFA alle sue responsabilità e ci uniamo all'appello rivolto dai medici oncologi al Ministro Lorenzin: è urgente e prioritario garantire la tutela del diritto alla salute e provvedere a prevenire e contrastare ogni discriminazione.