In Comunicati, Politica Economica


Con la pubblicazione della "seconda finestra dei Comuni" sulle delibere della TASI il quadro dopo una lunga odissea è definito.


7.405 Comuni hanno definito la nuova TASI, (di cui 2.768 già con il primo acconto pagato a luglio) i restanti, circa 700, che "non hanno deliberato" applicheranno tutti l'aliquota standard dell'1 per mille da pagare in un'unica soluzione entro il 16 dicembre di quest'anno.


Il C.R.E.E.F. – Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione della Federconsumatori ha realizzato la sua seconda Indagine Nazionale a campione sull'impatto della TASI e il confronto con l'IMU 2012, a cura della ricercatrice Valentina Schiavone. Il quadro che emerge è che per la TASI sulla prima casa (abitazione principale) nel 90% circa dei Comuni che hanno deliberato, l'aliquota media è 1,94 per mille (cioè circa il doppio rispetto all'aliquota minima fissata all'1 per mille), ma solo nel 35% dei casi dove si è deliberato si registra una detrazione.


Se gettiamo uno sguardo alle città Capoluogo di Provincia, invece, registriamo una situazione rovesciata: 78 città su 107 hanno introdotto detrazioni sull'abitazione principale.


Quel che è peggio è che si è confermato il timore manifestato già in occasione della presentazione della prima indagine sulla TASI: infatti, la detrazione fissa e obbligatoria di 200 Euro per l'abitazione principale più 50 Euro per ogni figlio prevista per l'IMU 2012 consentiva ai proprietari di 5 milioni di abitazioni principali di non pagare nulla, ora con la TASI anche gli immobili di minori dimensioni e basso valore catastale (anche se meno laddove ci sono le detrazioni progressive a seconda della r.c.) dovranno pagare la TASI.


"Questa "TASI piatta" si rivela iniqua e regressiva rispetto alla vecchia IMU perché alza il prelievo per le abitazioni di valore medio basso e per le famiglie numerose e lo abbassa per quelli di valore più alto. Una situazione intollerabile." – dichiara Mauro Zanini Vice Presidente Federconsumatori.


Sul versante delle soluzioni adottate dai comuni con la nuova TASI la varietà nell'applicazione è stata la più totale, ovvero: "città che vai, TASI che trovi". I continui mutamenti normativi, l'eccessiva eterogeneità delle delibere dei Comuni e delle stesse condizioni per applicare le detrazioni, rendono complesso e difficile per il cittadino contribuente, con il rischio di errori, di fare il proprio dovere.


Dall'indagine emerge che l'aliquota media applicata dalle città capoluogo di Regione risulta pari al 2,46 per mille, così come per gli altri capoluoghi di Provincia.


Nel dettaglio, prendendo a riferimento come campione per l'indagine un appartamento di 100 metri quadri abitato da una famiglia di tre persone (coppia con un figlio di età non superiore a 18 anni) categoria catastale A2 classe 3, vediamo che l'importo della TASI 2014 rispetto all'IMU 2012 è aumentato mediamente del +9,2%.


Dall'analisi emerge che le 3 città più care risultano essere: Torino, Roma e Bologna, le 3 città meno care, invece, sono: Trento, Catanzaro e Palermo.


"Con la nuova legge di stabilità, che a breve il Governo dovrà approvare, chiediamo di rivedere radicalmente la IUC (IMU, TASI, TARI), fissando dei paletti in particolare eliminando la possibilità che la TASI nel 2015 arrivi al 6 per mille. Sarebbe un disastro per i bilanci di milioni di famiglie." – dichiara Mauro Zanini Vice Presidente Federconsumatori.

Inoltre vanno reintrodotte e rese obbligatorie le detrazioni per gli immobili di basso valore catastale e vanno introdotte agevolazioni per i nuclei familiari in forte difficoltà economica e sociale, infine il calcolo deve essere semplice ed eseguibile da tutti i cittadini. 

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