L'Istat conferma le stime dell'inflazione a novembre, che sale al +0,2% su base annua.
Su base mensile, invece, i prezzi scendono del -0,2%.
Un andamento che continua ad attestare la stagnazione dell'intero sistema economico, frenato dalla grave contrazione della domanda di mercato.
Basti pensare che nel triennio 2012-2013-2014 la contrazione dei consumi delle famiglie, secondo quanto rilevato dall'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, risulta pari a -10,7%, percentuale che equivale ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 78 miliardi di Euro.
Particolarmente impressionante la contrazione dei consumi alimentari e delle spese relative al comparto sanitario dal 2008 ad oggi, pari rispettivamente a -11,6% e -23,1%.
Causa principale di tale tendenza è la forte contrazione del potere di acquisto delle famiglie avvenuta negli ultimi anni: -13,4% dal 2008.
È evidente come tali tendenze non possano che influire in maniera sempre più negativa sull'andamento dell'intera economia: lo testimoniano i recenti dati sull'occupazione e sulla produzione industriale in forte crisi.
È ora che il Governo si decida ad avviare misure coraggiose per il rilancio della domanda interna, a maggior ragione in una fase come quella attuale in cui i prezzi sono pressoché fermi.
L'operazione chiave per restituire reddito e potere di acquisto alle famiglie è l'avvio di un piano straordinario per il lavoro. Una misura che inciderebbe positivamente non solo su chi tornerà ad avere un'occupazione, ma anche sulle famiglie di giovani (e meno giovani) disoccupati, sulle cui spalle attualmente pesa il loro mantenimento.
In particolare è indispensabile:
– il rilancio investimenti per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (in primo luogo per quanto riguarda le rete a banda larga);
– un serio programma per l'incentivazione e lo sviluppo del turismo, che sappia valorizzare l'inestimabile patrimonio di cui il nostro Paese dispone;
– un avvio di opere di modernizzazione delle infrastrutture e messa in sicurezza degli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali.
A tale scopo andranno destinate tutte le risorse reperite attraverso la lotta a sprechi e privilegi, il contrasto all'evasione fiscale, la vendita del 20% delle riserve auree, l'utilizzo efficiente dei fondi europei.