La legge sulla riforma delle banche popolari, secondo Adoc, Adusbef e Federconsumatori appare priva dei requisiti costituzionali relativi alla necessità e all’urgenza, in aperta violazione e in contrasto con articoli 3, 47 e 77 della Costituzione. Le Associazioni dei consumatori, non mancheranno di impugnare il decreto davanti la Consulta.
Adoc, Adusbef e Federconsumatori, seppur coscienti che le banche popolari necessitino di una riforma che renda più forte e stabile il legame con il territorio, che salvaguardi la capacità di erogare credito alle imprese e alle famiglie, evitando di mettere in pericolo i risparmi, rimarcano aperte violazioni dei succitati articoli costituzionali, che il Governo non è ancora riuscito a rottamare, come il principio di uguaglianza tra i cittadini, che il decreto vorrebbe impedire, con l’esercizio dell’attività bancaria in forma cooperativa, non appena il patrimonio dell'istituto supera una determinata soglia. La legge approvata sembra avere invece la finalità, non espressamente dichiarata, di rendere contendibili banche radicate sul territorio in modo da far mettere le mani sul risparmio sociale delle banche a carattere mutualistico dalle Black Rock di turno, che hanno fatto le loro fortune con il denaro dal nulla edificando piramidi finanziarie e derivati tossici.
Per questo Adoc, Adusbef e Federconsumatori, impugneranno la norma alla Corte Costituzionale per impedire che il risparmio delle banche popolari venga consegnato nelle mani di una speculazione finanziaria edificata sui derivati tossici.