L'Istat attesta oggi come la fiducia dei consumatori sia tornata in calo: dai 110,7 punti di marzo ai 108,2 ad aprile.
Un dato non certo incoraggiante che, però, non avrebbe potuto essere diverso.
Tutti i principali indicatori economici segnano, infatti, come la fuoriuscita dalla crisi sia ancora lontana.
Pochi segnali, per di più incerti e instabili, non sono certo sufficienti ad annunciare (come purtroppo molti fanno) la ripresa del nostro sistema economico.
Di fronte al crollo del potere di acquisto che le famiglie hanno subito in questi anni (-13,4% dal 2008 ad oggi) ed alla forte contrazione della domanda interna (-10,7% nell'ultimo triennio) prima di parlare di ripresa è necessario agire concretamente per invertire il drammatico andamento occupazionale.
È la mancanza di lavoro la vera piaga del nostro Paese. Determina la contrazione della capacità di acquisto, causa del calo dei consumi e della produzione. Per questo è evidente che bisogna ripartire dall'occupazione, lanciando un Piano Straordinario per il Lavoro che rimetta in moto redditi, mercato e produzione.
Tale azione determinerà un doppio beneficio: da un lato darà nuove prospettive, nuovo reddito e un futuro a giovani e no in cerca di lavoro; dall'altro, in termini più generali, avrà effetti positivi sulle famiglie, dal momento che alleggerirà le spalle di genitori, nonni e parenti che, ad oggi, si fanno carico di mantenere figli e nipoti che non riescono a trovare un'occupazione o l'hanno persa.