L'Istat diffonde oggi i dati sull'industria: il fatturato cala dell'1,1% a luglio sul mese precedente, mentre aumenta del 2,3 sull'anno.
"Corrono gli ordinativi" recita l'Istituto Nazionale di Statistica. Non vorremmo, però, che tutto questo ottimismo sia mal interpretato: è vero, come attestano i dati, che vi è una crescita degli ordinativi dei mezzi di trasporto, ma si tratta di un dato "fisiologico".
Dopo anni di crisi e di rinunce è quasi ovvio che molti debbano cambiare l'automobile o il mezzo di trasporto che gli occorre per lavorare. Il ricambio è dovuto all'usura dei mezzi ed è accentuato anche dal contestuale peggioramento dello stato del servizio di trasporto pubblico in molte città.
Invitiamo, quindi, ad interpretare con la dovuta cautela i dati diffusi oggi, anche perché non dimentichiamo che la crisi di questi anni ha raggiunto dimensioni allarmanti: dal 2012 al 2014 la spesa delle famiglie ha conosciuto una contrazione di circa 78 miliardi di Euro.
"Per una vera ripresa è necessario che anche dati come quello sulla disoccupazione e sui consumi invertano la propria tendenza negativa. Solo allora si potrà tirare un sospiro di sollievo ed affermare, con cognizione di causa, che il nostro Paese si è lasciato alle spalle la crisi e si dirige verso lo sviluppo." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Fino a quel momento ogni affermazione di questo tono, lo ripetiamo ancora una volta, è del tutto fuori luogo.
Per far sì che ciò avvenga il primo passo è l'avvio di un serio Piano Straordinario per il Lavoro che punti su:
– il rilancio degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca;
– la realizzazione di opere di modernizzazione e messa in sicurezza di scuole, ospedali e infrastrutture;
– l'avvio di un piano dettagliato per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del nostro Paese.
Rimettendo in moto il mercato del lavoro si potrà, infatti, determinare la vera svolta per la nostra economia: dando nuovo ossigeno alla domanda interna e facendo ripartire in maniera stabile i consumi.
Attualmente ciò non è possibile anche perché, non dimentichiamo, sulle famiglie pesa la spesa per il mantenimento di nipoti, figli e parenti disoccupati che non hanno altro mezzo di sostentamento e che continuano a non trovare prospettive.