In Comunicati, Politica Economica

Adusbef e federconsumatori chiedono di verificare se tale testimonianza non abbia integrato reati

 

     “Sull'asta dei titoli italiani non vi furono contraccolpi negativi a seguito dell'outlook negativo del 20 maggio 2011 deciso da S&P vi furono contraccolpi, durati però poche ore, solo sul mercato secondario del lunedì successivo l'outlook"- ha detto il direttore del Tesoro, Maria Cannata, deponendo dinanzi al Tribunale di Trani al processo per manipolazione del mercato ad analisti e manager di Standard & Poor's a cui si contesta di aver voluto danneggiare l'Italia con il declassamento e con l'outlook negativo.

  I dati sullo spread, nella drammatica estate 2001 ed i rischi di bancarotta dell’Italia, che portarono al Governo un fiduciario della Troika e delle grandi banche di affari, dimostrano l’esatto contrario.

   Il 4 gennaio 2011 lo spread è a 173 punti, per arrivare il 30 dicembre a quota 528, con un incremento di 355 punti. I primi sei mesi dell'anno trascorreranno con un'altalena continua del differenziale tra i Btp ed i Bund tedeschi, termometro della fragilità economica italiana. A luglio lo spread arriva a  225 punti, dopo che il 1° luglio, a mercati aperti viene diffuso il bollettino di Standard & Poor's sulla manovra, con una sostanziale bocciatura: "Restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito, principalmente a causa della debole crescita" – scrive S&P- , riprendendo i concetti già espressi a maggio, quando l'outlook dell'Italia era stato rivisto da "stabile" a "negativo", con impatto sui titoli pubblici e aumento dello spread.

   Il 7 luglio l'Italia è di nuovo sotto stress, aumenta la pressione sui nostri Btp e lo spread schizza oltre quota 226, il record dalla nascita dell'euro, con rumors sulla tenuta del governo e sulle possibili dimissioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, uniti ai timori sulla manovra e sulla presunta non solidità delle banche. Il 16 luglio lo spread tocca nuovi record sfiorando quota 300, che viene superato nell’agosto 2011.

Il 3 agosto lo spread supera la soglia dei 300 punti.

   Tra il 4 e il 5 agosto, lo spread arriva a sfiorare i 390 punti, con le indiscrezioni della lettera Bce al governo italiano, inviata dal presidente Jean Claude Trichet e dal successore in pectore, Draghi. Le richieste della Bce sono lette da tutti i commentatori come condizioni da rispettare per evitare la bancarotta del paese: si 'chiede' tra l'altro al governo di anticipare al 2013 il pareggio di bilancio e di raggiungere un deficit pubblico pari all'1% del Pil già nel 2012, con una manovra di tre punti – pari a una cinquantina di miliardi di euro – in un solo anno.  Tra l'8 ed il 9 agosto lo spread continua a crescere, dopo la notizia di Deutsche Bank del 26 luglio 2011, che aveva ridotto l'esposizione netta al rischio sovrano dell'Italia, vendendo 7 mld di euro di Btp, con una esposizione passata da un valore di 8,01 miliardi a  997 milioni di euro.

   Lo spread si stabilizza fino alla fine del agosto, con il parlamento che a cavallo di ferragosto del 2011 è stato richiamato dalle ferie, per varare manovre economiche di oltre 50 mld di euro, per  riprendere la sua corsa ai primi di settembre, dopo che ancora una volta Standard & Poor's emette l’ennesimo giudizio negativo con l’ennesimo declassamento dell’Italia, portando così i Credit default swap (CDS), termometro dei rischi di fallimento di un paese, alle stelle.

   L'ampliamento del differenziale tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi ha un impatto non indifferente sui conti pubblici. Lo spread intorno ai 400 punti, secondo alcuni calcoli, significa un aumento pari a circa 4-5 miliardi di euro l'anno della spesa per interessi.

   Affermare che non ci siano stati contraccolpi negativi dal declassamento dell’Italia da parte delle Agenzie di rating, come ha fatto oggi la signora Maria Cannata,  durante un interrogatorio sotto giuramento reso al Pm Michele Ruggiero della Procura di Trani, dopo che il Mef e la stessa direzione si sono rifiutati di costituirsi parte civile al processo, per non disturbare le banche di affari di riferimento del Tesoro, alcune delle quali azioniste delle agenzie di rating, potrebbe integrare gravi reati compresa la falsa testimonianza, che Adusbef e Federconsumatori chiedono di individuare e contestare. 

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