In un appunto per il direttorio di Bankitalia del 30 dicembre 2015, con all'oggetto titoli di debito subordinati emessi dalle banche italiane, arrivato ieri all'Adusbef, il dipartimento economia e statistica della Banca
d’Italia, fa il punto sui dati relativi ai bond subordinati, sulla consistenza e tipologia dei sottoscrittori, con un aggiornamento imposto per: "Le recenti vicende legate alla risoluzione delle crisi aziendali di
quattro intermediari , che hanno generato una forte richiesta di informazioni sull'ammontare dei titoli subordinati emessi dalle banche".
Le obbligazioni subordinate in essere al 31 ottobre 2015 – si legge nell'appunto – pari a 67 miliardi, l'11 per cento del totale delle obbligazioni emesse dalle banche (623 miliardi). Al netto dei titoli temporaneamente riacquistati dalle banche emittenti (circa 8,5 mld), le obbligazioni subordinate in circolazione sono pari a 59 miliardi; poco meno del 90 per cento era stato classificato al momento dell'emissione come Tier 2 a fini patrimoniali, mentre la restante parte era stata classificata come Tier!
I principali emittenti di obbligazioni subordinate sono le due maggiori banche italiane, Unicredit ed Intesa San Paolo, con rispettivamente 22,8 e 14,4 miliardi di euro. Le obbligazioni emesse dalle prime 10 banche,
rappresentano l'83% del totale.
Bankitalia, perfino da questo documento (classificato come riservato, ma inviato al direttorio 'anche per una eventuale diffusione all'esterno dell'Istituto'), sapeva da molto tempo dei rischi tangibili delle obbligazioni subordinate, e ciononostante non ha attivato alcuna doverosa e trasparente informazione, per offrire la possibilità ai sottoscrittori retail di tali bond spazzatura con la direttiva Ue del bail-in del maggio 2014, quelle famiglie poi truffate ed espropriate dal decreto salva banche del 22 novembre 2015, di prendere cognizione sui loro rischiosissimi investimenti.
La bozza circolata del provvedimento con il quale saranno definite le regole per il rimborso degli obbligazionisti espropriati nel fallimento di Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche, basati su 8 indici presuntivi e 9 elementi di valutazione, per valutare chi ha diritto ai risarcimenti, fissando perfino il limite in 100.000 euro, oltre ad essere un ulteriore papocchio giuridico e legale, conferma l’inaccettabile arbitrio di
confondere i diritti con aiuti umanitari, le elemosine arbitrali, accenderanno gli animi per ulteriori proteste dei truffati contro Governo,Consob, Bankitalia, quest’ultima attaccata ieri finalmente, dalla stampa economica internazionale, il Financial Times, per la sua inadeguatezza ed inutilità a gestire il pubblico risparmio e proteggere il sistema bancario.
Adusbef e Federconsumatori nel chiedere ancora una volta di prendere in considerazione i rimborsi integrali dei truffati, ricordano a Governo, Bankitalia e ministro dell’Economia, che con le loro rassicurazioni ed
esternazioni quotidiane sulla solidità del sistema bancario, mandano sempre più a picco i listini, un passo dell’Odissea (XI, 593 e ss.), dove Sisifo, tormentato nell'Ade, viene obbligato a spingere per l'eternità un enorme masso fino alla vetta, ma tutti i suoi sforzi hanno l’effetto contrario di farlo rotolare di nuovo giù a valle. Così come nella mitologia, il demone alato alle spalle di Padoan-Renzi-Visco (Sisifo), ossia il cosiddetto
mercato, spinge sempre più giù nel baratro le quotazioni delle banche, più si continua ad affermare la loro solidità, cercando di portarle in alto.