Diventa veramente difficile stare in silenzio di fronte alle decisioni prese dall'Autorità in ordine all'esposto presentato da Federconsumatori ed alle osservazioni dei diversi comitati di pendolari in merito alle problematiche riferite alla prenotazione per gli abbonati Alta Velocità e sulle relative ricadute sulla prenotazione e i posti a sedere.
Determinare che l'Alta Velocità è un servizio privato senza "aiuti né dallo Stato né dalle Regioni " è una considerazione giuridicamente legittima, ma che non tiene assolutamente conto del fatto che le persone, in maggioranza lavoratori che prendono l'alta velocità, sono di fatto obbligati a prendere AV perché i servizi interregionali, in particolare da parte di Trenitalia, sono praticamente disastrose.
Chiaramente questo non riguarda l’A.r.t., ma troviamo curiosa l'assoluta mancanza anche solo di inviti alle due società di trovare soluzioni che tenessero conto delle necessità di chi viaggia.
Sembra a volte che si perda di vista un elemento fondamentale: cioè che sono coloro che viaggiano a determinare il fatturato e non si può permettere che la libertà d'impresa sia tutelata e coperta in toto quando non vi è una alternativa seria alla AV. Bisogna tener conto, tra l’altro, che spesso le aziende ferroviarie si trovano ad offrire a prezzi differenti servizi identici, modificando il prezzo dei biglietti a seconda dell’effettiva esistenza di alternative al viaggio e della concorrenza da parte di altri operatori.
Il contenuto minimo dei diritti per gli abbonati Alta Velocità che emerge dall’attuale schema di regolazione si è infatti di molto ridotto rispetto a quello inizialmente immaginato dall’Autorità, prevedendo, oggi, anche possibili “restrizioni” dell’offerta commerciale nel corso dell’abbonamento (purché, a quanto si legge, previamente pubblicizzate dall’azienda al momento della vendita del titolo di viaggio) nonché l’unico obbligo, da parte delle imprese, di garantire all’utente il semplice ritorno a casa in giornata.
Allo stesso modo Federconsumatori non condivide l’eliminazione dallo schema del controllo dei dati di viaggio originariamente previsto da parte dell’Autorità, che avrebbe consentito l’immediata attivazione dei poteri pubblicistici riferiti al controllo del rapporto tra domanda di mobilità e adeguatezza dell’offerta ferroviaria e al controllo della “saturazione” della stessa.
Inoltreremo alcune osservazioni all’Autorità, con l'obiettivo di ottenere un ritorno allo schema originario. Allo stesso momento come Federconsumatori ribadiamo l’assoluta necessità di cercare tutte le collaborazioni possibili affinché ci sia una seria alternativa alla AV, sia attraverso un potenziamento, sulle tratte brevi, da parte delle Regioni degli interregionali veloci, sia attraverso la orami urgente e indifferibile riattivazione da parte dello Stato del trasporto pubblico sulla media-lunga percorrenza, moderno e capace di fare concorrenza all’alta velocità a libero mercato. Un servizio ad oggi ancora fermo vista la scadenza, nel 2015, del precedente affidamento a Trenitalia e l’assenza di ulteriori iniziative finalizzate a garantire il servizio universale anche sulla media – lunga percorrenza.