L'Istat annuncia che, nel 2016, il PIL crescerà del +1,1%.
A contribuire positivamente alla crescita del PIL sarebbe, secondo l'Istituto di Statistica, la domanda interna.
Una visione decisamente ottimistica, che travalica a nostro parere le più rosee previsioni.
La domanda interna, infatti, risente da tempo di una grave crisi: basti pensare che nel triennio 2012-2013-2014 ha subito una contrazione del -10,7%, pari ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 78 miliardi di Euro.
Una crisi talmente profonda, dalla quale in assenza di interventi concreti è difficile uscire.
Ancora oggi i consumi interni stentano a ripartire, confermando tutta l'incertezza e l'instabilità di una ripresa che sembra ancora troppo lontana.
A dimostrarlo sono proprio le stime dell'Istat, che rivelano come "l'inflazione segnerà un'inversione di tendenza a partire a partire dall'autunno" (vuol dire che fino ad allora resterà con segno meno) e come il tasso di disoccupazione si attesterà quest'anno all'11,3% (livello ancora allarmante).
"Non vediamo grandi segnali di ripresa. Quei timidi cenni rilevati finora non sono certo sufficienti a far ripartire l'economia." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. – "Per questo non riusciamo ad essere ottimisti come lo è l'Istat sulle prospettive economiche del nostro Paese."
Vorremmo che il Governo agisse seriamente in tal senso, per dare nuovo impulso alla crescita e dare vere prospettive di sviluppo alla nostra economia.
Un rilancio che non può prescindere da un rilancio sul fronte occupazionale, per creare nuovi redditi ed alleggerire il carico delle famiglie, che attualmente rappresentano le uniche forme di welfare impegnate a sostenere figli e nipoti disoccupati.
In assenza di investimenti privati è lo Stato che deve intervenire per creare nuova occupazione e spronare lo sviluppo.
È in questa direzione che devono essere convogliate tutte le risorse pubbliche, se necessario anche ricorrendo alla vendita del 10% delle riserve auree.
Solo attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro – basato su investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, per la realizzazione di opere di messa in sicurezza di scuole e ospedali e di modernizzazione di infrastrutture, reti e trasporti, nonché per lo sviluppo e la valorizzazione dell'offerta turistica nel nostro Paese – sarà possibile imprimere una vera svolta alla nostra economia.