Per arginare la speculazione finanziaria, che dopo Brexit, si sta abbattendo sui mercati, travolgendo i corsi azionari ed i titoli bancari, che in poche ore hanno perso anche un quarto della loro capitalizzazione, Ministero dell’Economia e Consob hanno il dovere di emanare un provvedimento urgente, per vietare le vendite allo scoperto o short selling.
La vendita dei titoli allo scoperto, odioso metodo di speculazione in borsa per vendere o acquistare titoli che non si possiedono per alimentare volumi intermediati e trafficare sui mercati, analogamente ai derivati ed alla creazione del denaro dal nulla, è stato consentito dai fautori del turbocapitalismo finanziario, per facili arricchimenti e repentini impoverimenti.
Cosa significa esattamente vendere allo scoperto? In sostanza è quello che avviene quando un operatore vende titoli, o altri strumenti finanziari, senza detenerli effettivamente. La scommessa che fa l’operatore è che, dopo averlo venduto, il titolo scenda ulteriormente, in modo da poterlo comprare a un prezzo ribassato rispetto a quello pattuito e poi consegnarlo all’acquirente ricavandone un guadagno. Insomma, chi vende allo scoperto punta sul ribasso di un titolo o dell’intero mercato. E nel caso di grandi hedge funds o altri operatori che intervengono con vendite massicce, proprio le loro mosse possono favorire quel ribasso grazie al quale guadagneranno.
Le vendite allo scoperto possono essere di due tipi: ‘vestite’, quando il venditore ha fisicamente in mano i titoli, ottenuti quasi sempre in prestito da un intermediario finanziario in cambio di una commissione, o ‘nude’, quando i titoli non sono proprio presenti.
Adusbef e Federconsumatori, che sentono ripetere la stanca litania da Bankitalia e Governo di un sistema bancario solido, che si infrange al contrario contro una dura realtà fatta di debolezza tangibile dei crediti allegri concessi, incagliati o in sofferenza, ammalorati e di difficile smaltimento, anche per l’omessa vigilanza, chiedono al ministro dell’Economia ed alla Consob un provvedimento immediato sullo short selling, per frenare o arginare la speculazione:
1) Blocco dello short selling intraday e overnight (proveniente sia dall’Italia che dall’estero) su tutti i mercati regolamentati, comprendendo nel blocco sia i titoli azionari che obbligazionari e i relativi sottostanti e derivati, analogamente al future sull’indice e relativi derivati.
2) Blocco delle vendite allo scoperto cosiddette naked, ovvero in marginazione, siano esse provenienti dall’Italia che (soprattutto) dall’Estero su tutti gli strumenti sopra citati, interfacciando controlli incrociati coi tabulati forniti da borsa italiana, al fine di verificare se qualche broker estero non rispetti il divieto.
3) Obbligo della immediata ricopertura su tali strumenti per tutti i brokers (italiani ed esteri) che, per conto proprio o per conto terzi, abbiano effettuato un naked short selling su qualunque strumento finanziario quotato a piazza affari, ivi compresi derivati e sottostanti.
4) Costante monitoraggio, attraverso i dati forniti da Borsa Italiana, sugli ordini di vendita passanti sui finanziari quotati e relativi sottostanti e derivati , quantomeno quelli quotati nell’indice principale.
5) Costante monitoraggio e incrocio di controlli con Borsa Italiana relativa ai titoli di stato quotati, per verificare che ria rispettato il divieto di short selling.
6) Ammenda fino a 5 milioni di euro per chiunque non rispetti tale divieto. La Consob preposta alla tutela di interessi generali e del risparmio, che non sembra abbia tutelato un bel nulla, ha l’occasione di riscatto.