Prosegue il bollettino di guerra emanato dall'Istat sullo stato del Paese. Dopo notizie circa l'instabilità e l'incertezza della ripresa, giunge oggi un dato estremamente drammatico: la povertà assoluta tocca il livello record dal 2005.
Si trovano in tale condizione 4,6 milioni di persone.
Le rinunce e la modifica delle abitudini delle famiglie che denunciamo da tempo non possono che confermare tale situazione.
Basti pensare che dal 2008 ad oggi le famiglie hanno ridotto i propri consumi alimentari del -11%, quelli relativi alle spese per la salute e per le cure del -28,8%.
Già da soli, questi dati dovevano costituire un campanello di allarme che avrebbe dovuto imporre al Governo di correre ai ripari, attuando un Piano Straordinario per il Lavoro ed una redistribuzione dei redditi.
È ora di comprendere che il Lavoro costituisce la vera urgenza e priorità per il Paese.
Secondo uno studio dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ipotizzando un tasso di disoccupazione al 6% (tasso ante-crisi, seppure ancora elevato), rispetto ad oggi la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l'anno.
Questo consentirebbe di rimettere in moto l'economia e di dare nuovo ossigeno alle famiglie, nuove opportunità, nuove prospettive.
Tale operazione richiede un intervento deciso del Governo per l'avvio di investimenti per lo sviluppo e la ricerca, opere di modernizzazione e realizzazione di infrastrutture (soprattutto al Sud), l'attuazione di un programma per la valorizzazione dell'offerta turistica nel nostro Paese.
In assenza di coraggio e di intraprendenza da parte del mondo imprenditoriale, è indispensabile che sia il Governo a farsi carico di tali operazioni, se necessario ricorrendo alla vendita di circa il 15% delle riserve auree.
Ormai è chiaro che i cittadini hanno bisogno di risposte urgenti ed è ora che il Governo si decida a darle.