La Corte UE ha bocciato la proroga delle concessioni demaniali marittime e lacustri fino al 2020 decisa dall'Italia.
Anche la Corte UE, come denunciamo da tempo, ha rilevato come lo sfruttamento economico delle spiagge "deve essere oggetto a una procedura di selezione tra i potenziali candidati, che deve presentare tutte le garanzie di imparzialità e trasparenza, in particolare un'adeguata pubblicità."
Una nuova conferma alla necessità di aprire immediatamente le gare.
Operazione urgente e fondamentale per incentivare la concorrenza ed il rispetto dell’ambiente.
Infatti, tali gare, da un lato dovranno necessariamente tenere conto degli investimenti già fatti da parte dei gestori, dall’altra dovranno prevedere criteri di assegnazione delle concessioni improntati al minore impatto ambientale possibile ed alla qualità dei servizi offerti.
I cittadini non trovano affatto giusto che le nostre coste vengano “regalate”, a canoni irrisori, a gestori che, in molti casi, propongono listini da capogiro.
Per questo è necessario un serio riordino dell’intero settore, che preveda due criteri fondamentali.
In primo luogo una spinta all’abbattimento dei costi troppo elevati dei servizi, seguita dall'imposizione di criteri più rigidi, sanzioni più severe e maggiori controlli sulle strutture, spesso ai limiti della legalità, presenti sulle nostre spiagge. Non è più tollerabile imbattersi in strutture che deturpano gravemente un patrimonio inestimabile che appartiene a tutti noi.