Dopo sette mesi di calo l'inflazione abbandona il segno negativo. Ma freno ad ogni entusiasmo: la crescita, timida e contenuta, si ferma al +0,1%.
Un dato ancora estremamente flebile e incerto, ma che rappresenta un piccolo passo in avanti.
Sta al Governo, ora, sfruttare questo segnale positivo per avviare le misure necessarie per la crescita.
"È il momento di innescare una nuova fase di sviluppo, che punti sulla ricerca, sull'innovazione, sulla modernizzazione e la creazione di infrastrutture, sulla valorizzazione dell'offerta turistica." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Si tratta di operazioni prioritarie, che rimetterebbero in moto il mercato del lavoro (fermo, come si osserva dai dati odierni) e la domanda interna (che dal 2012 al 2015 ha conosciuto un calo del -10,2%, pari a circa 72,2 miliardi di Euro).
Ma, per aiutare la ripresa della domanda interna, è necessario anche un sostegno ai redditi più bassi ed un maggiore controllo sulle tariffe: come è possibile che, ad esempio, solo per citare uno dei casi più eclatanti, nel periodo 2013-2016 l’aumento della Tari è stato di 20 volte in più rispetto l’inflazione?