L’ispezione del Ministero della Salute all’ospedale Cannizzaro di Catania e l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura confermano la gravità dei fatti che hanno portato al decesso di una giovane donna e dei due gemelli che portava in grembo. Un ennesimo, tragico caso di malasanità, che ha distrutto una famiglia e in merito al quale è necessario e urgente stabilire tutte le responsabilità. Se verrà accertato il rifiuto del medico di intervenire sulla base dell’obiezione di coscienza, occorrerà intervenire quanto prima nei confronti un comportamento intollerabile di un professionista che prima di tutto dovrebbe agire per tutelare la salute dei pazienti.
L’obiezione di coscienza è sì un diritto del medico ma non può e non deve in nessun caso ripercuotersi sulla libertà di scelta o, ancor peggio, sull’incolumità delle persone.
Nel nostro Paese purtroppo ci scontriamo ancora con disinformazione e pratiche retrograde. Il massiccio ricorso dei medici all’obiezione di coscienza limita fortemente l’applicazione della legge 194, ledendo i diritti e le libertà delle donne, e in altre situazioni finisce addirittura per avere conseguenze drammatiche. Federconsumatori chiede maggiori e capillari controlli sulle strutture sanitarie, affinché la salute dei pazienti e i loro diritti siano pienamente garantiti e tutelati.