Da tempo sosteniamo che il DDL Concorrenza sia uno dei capitoli più tristi di questa legislatura e che dovrebbe essere messo da parte, senza perdere altro tempo prezioso su un decreto che annovera la concorrenza solo nel nome.
Pochi, pochissimi elementi positivi erano contenuti all'interno del testo, uno di questi, recentemente approvato, prevedeva l'abrogazione del tacito rinnovo per tutte le polizze di assicurazione del ramo danni.
Un provvedimento che, all'indomani dell'approvazione della Commissione Industria, ha sollevato polemiche e scontri. Le compagnie assicuratrici ed alcuni loro illustri difensori a livello politico, si sono subito scagliati contro l'abrogazione del tacito rinnovo, sostenendo che questo causerà aumenti e danni in termini di copertura assicurativa.
Tutti pretesti piuttosto sterili e insensati, che smascherano la paura di qualsiasi minimo accenno che spingerebbe verso l'apertura di uno spiraglio di concorrenza nel settore assicurativo.
Abolire il rinnovo automatico di una polizza significa impegnarsi a creare condizioni più vantaggiose e competitive per far sì che l'assicurato la sottoscriva nuovamente.
Per questo siamo nettamente contrari a qualsiasi passo indietro dopo l'approvazione dell'emendamento sull'abolizione del tacito rinnovo. Se qualcosa di minimamente positivo può arrivare da questo decreto, tra le tante criticità, non ha senso cancellarlo. Significherebbe dimostrare palesemente che questo decreto, come abbiamo sempre sostenuto, è stato scritto dalle lobbies dell'energia, dei farmacisti, delle banche e delle assicurazioni.