Avanza velocemente la digitalizzazione dei dati sanitari con scarsa informazione ai cittadini e spesso anche ai medici. Federconsumatori rileva che:
- la raccolta dei dati risulta frettolosa e superficiale, l’inserimento avviene senza l’informazione necessaria e senza il consenso obbligatorio del cittadino;
- le direttive operative risultano talvolta anche “decontestualizzate” dalla legge che le prevede;
- l’informazione a cittadini e medici risulta insufficiente;
- la trasmissione dei dati rischia di degenerare in una vera e propria “vendita di dati” con previsione di vantaggio economico del medico che li trasmette, con il rischio di usi impropri anche per gli scarsi e insufficienti investimenti in sicurezza.
Alla luce di queste gravi carenze Federconsumatori conferma la diffusa disinformazione e il conseguente abuso del “silenzio/assenso” non previsto e non consentito dalla normativa.
Per questo chiediamo agli organi e alle autorità competenti di impedire che dati personali e sanitari ultrasensibili possano essere trasmessi addirittura “con incentivo” e che la digitalizzazione dei dati diventi “un affare” per alcuni e un pesante rischio anche di sanzione addirittura penale per i medici.
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