L’azzardo dei banchieri e di Bankitalia per salvare Mps, che costerà 20 miliardi di euro di delega in bianco, graverà per 333,3 euro pro-capite per ognuno dei 60 milioni di italiani, (833,3 euro a famiglia), incrementando il debito pubblico, che ad ottobre 2016 era arrivato a 2.223,8 miliardi di euro, cresciuto con il Governo Renzi- Padoan di 116,7 miliardi di euro dal febbraio 2014 quando era attestato a 2.107,1 miliardi di euro.
Sarebbe grave se risparmiatori, lavoratori e contribuenti, già truffati perché costretti a pagare la gestione disattenta del credito e del risparmio del sistema bancario e l’assenza di vigilanza, che ha visto crac e dissesti di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, bruciando oltre 50 miliardi di euro (18,7 mld le banche venete, 32 MPS, 3,1 mld le 4 banche in risoluzione), dovessero subire la ulteriore beffa di pagare al consorzio capeggiato da JPMorgan, per il fallito aumento di capitale di 5 miliardi, 448 milioni di commissioni.
Risparmiatori e correntisti in apprensione, non solo i 40.000 del MPS che avevano sottoscritto oltre 2 miliardi di bond decennali nel 2008 per finanziare l’acquisto di Antonveneta, ritirano i loro risparmi dalle banche, in attesa di conoscere il destino della più antica banca, che sarà costretta a chiedere un sostegno finanziario pubblico straordinario, ai sensi dell’ articolo 59, paragrafo 3 (e) della direttiva BRRD sulla risoluzione e risanamento delle banche, con il Tesoro che accederà alla ricapitalizzazione precauzionale, prevista dalla BRRD articolo 32, paragrafo (4, lettera (d, punto (iii, che dovrebbe avere il dovere di nazionalizzare la banca, cambiare gli amministratori, chiedere conto sui motivi che hanno portato al dissesto ed alla grave crisi di fiducia del Monte.
Poiché, oltre al problema dei 27 miliardi di euro di prestiti tossici erogati, MPS ha 12 miliardi di obbligazioni che scadono nel 2017 (3,1 covered bond, 8,5 senior unsecured bond, 370 milioni di bond subordinati, con una prima tranche di 800 milioni scadenza al 30 gennaio 2017), il Governo non può replicare le gravi negligenze avvenute con il decreto Salva Banche, a cui si sono aggiunte le disattenzioni ed i mancati controlli sulle banche venete, operazioni che hanno mandato in fumo i risparmi di centinaia migliaia di cittadini: se lo Stato mette a disposizione delle risorse pubbliche, è giusto che l'istituto faccia capo allo Stato.
Con il burden sharing e l'intervento dello Stato, i sottoscrittori di bond subordinati che hanno aderito alla proposta di scambio in azioni Mps (adesioni per 2,45 miliardi di euro) vedranno riaccreditati i titoli nelle loro custodie, per gli obbligazionisti junior lo Stato potrebbe riacquistare i loro titoli, a un prezzo da individuare o procedere con la conversione forzosa in azioni, con un taglio al loro valore nominale. Sarebbe delittuoso che i piccoli risparmiatori, 40.000 che hanno sottoscritto quei titoli nel 2008 senza conoscere il rischio, né prevedere che Governo e Bankitalia sottoscrivessero il meccanismo di esproprio del risparmio denominato bail-in, prevedere lo stesso trattamento ricevuto dagli espropriati delle quattro banche salvate con il decreto del 22 novembre 2015 forfettario tramite il Fondo interbancario di tutela dei depositi, oppure l’arbitrato dell’Anac. Una follia, in aggiunta alla truffa perpetrata da Bankitalia e dallo Stato.