L’Istat conferma che nel 2016 il PIL si è attestato al +0,9%.
Un dato lievemente superiore rispetto alle aspettative del Governo, che nel documento programmatico di bilancio indicava una crescita del +0,8%.
Un fatto è pur certo: non riusciamo ad allontanarci dallo zero virgola.
Lo stesso Istituto di Statistica riporta come il Pil italiano in volume si trovi appena al di sopra del livello registrato nel 2000.
“Un dato che, in tutta la sua modestia, mostra come il nostro Paese stia ancora galleggiando nell’indeterminatezza. Non si retrocede, ma, questo è davvero allarmante, non si cresce a sufficienza.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Non è pensabile affrontare un altro anno in questo modo. È indispensabile e urgente imprimere una svolta vera e determinata all’andamento economico.
Anche i dati sull’inflazione diffusi ieri confermano l’allarme circa la situazione in cui versa il sistema economico: c’è da preoccuparsi, infatti, quando la crescita così accelerata del tasso di inflazione non è dovuta all’incremento della domanda interna, bensì a fattori esogeni quali la crescita dei costi energetici o a componenti di natura stagionale, come l’impennata dei prezzi dell’ortofrutta.
Alla luce di tali indicatori è chiaro che la strada per avviare una nuova fase di crescita deve essere aperta da un serio Piano per il rilancio occupazionale e per la redistribuzione dei redditi.
Un piano quanto mai necessario, vista anche l’elevata pressione fiscale che comprime la domanda interna.
Per questo è indispensabile convogliare le risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, nonché dal contrasto a sprechi ed abusi ad un programma di investimenti che punti sullo sviluppo tecnologico, sulla ricerca, sulla modernizzazione e messa in sicurezza delle infrastrutture.
Se necessario, per avviare tali misure, chiediamo di ricorrere alla vendita straordinaria di una parte delle riserve auree.