L’Istat diffonde oggi i dati relativi al lavoro, rilevando un tasso di disoccupazione all’11,9%, confermando un andamento stabile rispetto a dicembre.
Guardando ai numeri emerge come le persone in cerca di occupazione siano ben 2.000 in più rispetto a dicembre e 126.000 in più rispetto a gennaio 2016 (quando la disoccupazione si attestava all’11,6%).
Contestualmente cresce anche il numero degli occupati (+236.000 rispetto a gennaio 2016), decurtando così le file degli inattivi.
Cala la disoccupazione giovanile, passando dal 39,2% al 37,9%.
Un dato che, seppure ridimensionato, continua a spiccare negativamente.
“Il quadro dell’occupazione non presenta alcuna novità incoraggiante. È questo l’elemento che desta maggiore preoccupazione, visto che consideriamo il Lavoro quale elemento cardine su cui fondare la ripresa.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef.
Il nostro Osservatorio Nazionale ha calcolato che, se il tasso di disoccupazione si attestasse ai livelli pre-crisi, quindi ad un 6% (che comunque a nostro parere è ancora eccessivo), il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di Euro l'anno e i contributi dei nuovi occupati andrebbero ad accrescere il fondo pensionistico per circa 15 miliardi di Euro.
È evidente che tale dinamica darebbe nuovo impulso alla domanda interna, che rimetterebbe in modo, in maniera concreta e strutturale, la produzione, agendo a sua volta in termini positivi sulla ripresa occupazionale. Un meccanismo virtuoso orientato alla crescita, che ha bisogno solo dell’avvio iniziale, attraverso la disposizione di un Piano Straordinario per il Lavoro che punti su investimenti e risorse alla ricerca, allo sviluppo tecnologico, alla modernizzazione, alla realizzazione di infrastrutture, alla messa in sicurezza antisismica, nonché alla valorizzazione dell'offerta turistica.
Non bisogna trascurare, dall’altro lato, gli effetti di un intervento di questo tipo dal punto di vista sociale: in questo modo si restituirebbero speranze e prospettive ai giovani e ad un Paese intero.