Alitalia annuncia lo stop di ben 56 voli settimanali dalla Calabria per Roma, Milano e Torino a partire dal 26 marzo!
È l’ennesimo disservizio alla mobilità che subisce il sud. Un’ulteriore penalizzazione ai cittadini della Calabria, regione sempre meno considerata dalla politica e dalle scelte dei grandi gruppi nazionali.
Alitalia denuncia la perdita di 6 milioni e quindi la non sostenibilità economica dei voli da e per Reggio Calabria e per questo, sollecita l’intervento pubblico che già gli italiani pagano onerosamente da anni per arrivare a queste drammatiche conclusioni. Alitalia chiede anche l’intervento delle istituzioni regionali e locali affinché vengano adottate le procedure di “continuità territoriale e gli oneri di servizio pubblico”; ciò significherebbe rendere obbligatorio l’erogazione del servizio aereo in rapporto a criteri di continuità, regolarità, capacità di tariffazione svincolati dagli interessi commerciali di Alitalia dichiarati come scarsamente remunerativi. Di questo però non dispongono gli Enti Locali, se non nelle rivendicazioni politiche, ma in via prioritaria il Ministero delle Infrastrutture che ha funzione, assieme all’Enac, di rendere esigibile il diritto alla mobilità dei cittadini nell’ambito del territorio nazionale e comunitario e, se necessario, attraverso il sostegno statale per rendere vantaggiose le offerte di volo per le utenze. È però noto che con la liberalizzazione delle rotte ai vettori europei titolati Alitalia ha evidenziato i propri limiti gestionali e commerciali nello stare al passo della concorrenza. Ciò è un grave handicap di governance della compagnia che fatica a stare nel mercato nonostante gli aiuti di Stato. Difatti, viaggiare con Alitalia da e per la Calabria, al contrario di altri vettori, ad eccezione delle offerte che risultano un terno al lotto per chi riesce ad accaparrarsele, non è conveniente né economicamente, né in termini di tempi di volo, considerato che per tutte le mete oltre Roma sono previsti lunghi scali. Alitalia, prima di rivendicare ulteriori sostegni pubblici, dovrebbe innanzitutto studiare nel piano industriale che sta predisponendo, come mantenere ed eventualmente riorganizzare la propria offerta di volo su Reggio Calabria e nell’intera regione, con una seria politica delle tariffe affinché queste possano essere realmente stimolanti per i viaggiatori che decidono di partire o raggiungere la Calabria. Comprendiamo i problemi economici della compagnia, ma questi non sono imputabili ai calabresi ed a quanti si recano nella regione per motivi di lavoro, di studio o turismo. Per Federconsumatori Nazionale e Federconsumatori Calabria è di rilevante impatto sociale mantenere la funzionalità dell’aeroporto di Reggio Calabria, così come di Crotone, per tutelare il diritto alla mobilità nella regione e nell’intera area del Mezzogiorno dove ai disagi del trasporto aereo si sommano i disagi nel trasporto ferroviario per la mancanza dell’Alta velocità e dell’arteria autostradale pomposamente inaugurata da Ministri e Premier. Risultano dunque evidenti le responsabilità di chi ha consentito che l’attività di Alitalia diventasse antieconomica per la stessa azienda. E’ tempo che si mettano in chiaro le pessime gestioni manageriali di Alitalia fin qui scaricate in termini di debiti di gestione sulla spesa pubblica regionale e nazionale e sulle politiche tariffe super salate che l’utenza è costretta a pagare. Alitalia chiarisca inoltre perché non ha partecipato alla preinformativa del bando attraverso cui la Regione Calabria impegnava proprie risorse a sostegno delle compagnie aeree per il miglioramento delle offerte di volo. Al tavolo ministeriale sollecitato dalla Regione e dalla Città di Reggio Calabria vengano assunti impegni puntuali e duraturi per impedire il depotenziamento ed assicurare la messa in sicurezza dello scalo Calabrese del T. Minniti. Sarebbe drammatico un ulteriore peggioramento al diritto alla mobilità regionale ed al complesso del traffico nazionale.