Sulla stampa odierna sono comparsi spazi pubblicitari nei quali Banca Popolare di Vicenza presenta i criteri per accedere al FONDO DI 30 MILIONI DEDICATO AGLI AZIONISTI CHE VERSANO IN CONDIZIONI DISAGIATE. Tale fondo oltre a non essere ancora attivo poichè subordinato al buon fine dell'Offerta Pubblica di Transazione, a ben vedere rappresenta una scatola vuota a cui pochissimi potranno accedere. Quale indicatore per definire se una posizione è disagiata o meno viene utilizzato l'Isee. Solo coloro che avranno un Isee di importo minore o uguale a 13.000,00 € potranno accedere al Fondo che però non riconoscerà indennizzi superiori ai 20.000,00 € ad azionista e al 90% del valore delle azioni che rientrano nel perimetro dell'Offerta Pubblica di transazione. Spiace rilevare come anche questa volta Banca Popolare di Vicenza non abbia condiviso preventivamente i criteri per accedere al tavolo con le associazioni dei consumatori ed in primis con Federconsumatori che rappresenta oltre il 60% dei soci reclamanti. Spiace ulteriormente registrare come questo tavolo definito welfare avrà scarsissima applicazione e soprattutto effetto pratico. Pensiamo infatti al classico caso della persona che ha acquistato le azioni fin da Banca Popolare Udinese (ante 1998), che ha investito su consiglio della banca tutto il suo patrimonio in tali azioni e che ha una casa di proprietà nonchè che ha una pensione minima o, in alcuni casi non ha reddito e che si è vista accendere un fido di conto dalla banca in attesa che i titoli divenissero illiquidi per avere le risorse per far fronte alle sue più essenziali esigenze di vita. Questo risparmiatore che aveva riposto tutta la sua fiducia nell'istituto e che di certo non poteva definirsi quale speculatore visto che aveva investito i suoi risparmi senza mai disinvestirli, non riuscirà ad accedere al tavolo Welfare poichè l'Isee supererà la soglia posta dalla banca quale condizione. Ulteriormente … anche se potesse accedere, non vedrebbe di sicuro sollevata la sua situazione attraverso un indennizzo di massimo 20000 €. Resteranno dunque esclusi tutti coloro che sommando il loro investimento in azioni della Banca Popolare di Vicenza oltre a eventuali redditi e beni supereranno l'indice ISEE di 13000, ma resteranno altrettanto esclusi tutte le azioni acquistate prima del 01.01.07 dal calcolo dell'indennizzo. Da ciò ne consegue che non sia stata posta attenzione a dare realmente risposta ai casi di grave disagio dove persone ormai stremate dalla situazione stanno pensando al peggio e la rete dei volontari e dell'assistenza sta cercando di evitare il peggio. Deve assolutamente essere rimosse le limitazioni temporali di accesso al fondo e deve essere innalzato l'Isee nonchè il tetto del risarcimento altrimenti questo fondo resterà l'ennesimo fallimentare spot promozionale di Banca di Vicenza che aiuterà solo tale istituto a perdere altri clienti.
Federconsumatori critica aspramente l'atteggiamento dell'Istituito berico volto a responsabilizzare gli azionisti in merito al futuro della banca che il più delle volte vede agli sportelli incaricati che dicono al malcapitato risparmiatore che o accetta la proposta di transazione o la banca non esisterà più e tutto sarà perduto. A parte che di ciò non c'è certezza, anche se la situazione delle due banche venete è molto precaria, l'effetto perverso di tale atteggiamento terroristico dei due istituti veneti è sì quelli di indurre un più alto numero di risparmiatori ad accettare ma è anche quello di far fuggire i clienti dalla stessa banca per proteggere i loro risparmi da eventuali procedure di risoluzione. Continua dunque, a fronte del sensibile aumento delle adesioni, l'emorragia della clientela e ciò non potrà che contribuire a pregiudicare ancora il futuro della banca che ha chiesto troppo ad oggi a dei risparmiatori che, lo si ribadisce, hanno avuto l'unica colpa di affidarsi a chi doveva fare con trasparenza il proprio lavoro e non l'ha fatto, con conseguenti gravi ed evidenti responsabilità che la magistratura si confida, giunga ad accertare e a punire facendo pagare ai responsabili e in tal modo portando a riconoscere ristori ai risparmiatori. In merito all'Offerta Pubblica di Transazione Federconsumatori da sempre consiglia di valutare caso per caso se aderire o meno sia alla luce delle criticità giuridiche di ciascuna posizione che delle situazioni personali di ciascun socio che degli scenari che si possono prospettare per quanto attiene il futuro delle due banche.