In occasione dell’evento per i 150 anni del quotidiano La Stampa, organizzato nella giornata di martedì 28 marzo al teatro Splendor della città di Aosta è stato reso noto un sondaggio che evidenzia come il 74 per cento dei valdostani reputi la valle il miglior luogo per vivere!
Per una strana coincidenza, la mattina successiva a tale evento, ha varcato le soglie del nostro sportello persona che, non per sua volontà, potrebbe entrare nel restante 26 % di persone non particolarmente felici di vivere in valle d’ Aosta! Chiameremo “Francesco” questa persona, della quale vi raccontiamo una recente disavventura: alcuni mesi fa Francesco si reca presso un’agenzia immobiliare sita nella via principale di Aosta per visionare alloggi messi in affitto, ne vede uno che fa al caso suo, blocca con caparra l’alloggio in questione, poi firma il relativo contratto di affitto pagando le mensilità previste per la cauzione, entra in possesso delle chiavi sia dell’alloggio che del relativo garage , e inizia con tranquillità a spostare nel garage in questione della mobilia comprata per arredare l’alloggio, contento di avere trovato una nuova abitazione confacente ai bisogni della sua famiglia. Pochi giorni fa viene chiamato dall’Agenzia che ha svolto tutte le procedure per l’affitto della locazione in questione, sentendosi dire, con voce dispiaciuta, che i proprietari dell’alloggio non intendevano più onorare il contratto d’affitto regolarmente firmato in quanto sua moglie porta il velo e lui non è italiano!
Francesco prende atto di quanto dettogli, portando lui a conoscenza l’agenzia che la serratura del garage era stata cambiata e che tutta la mobilia al suo interno era stata messa fuori dal garage senza nessuna considerazione del valore dei beni in questione.
Chiede solo all’agenzia di avere indietro quanto pagato, rivolgendosi poi alla nostra associazione per essere tutelato per quanto attiene ai danni subiti, tutto questo con educazione ed estrema calma, purtroppo abituato a situazioni di intolleranza.
La Federconsumatori ha attivato tutte le procedure per tutelare “Francesco” e la sua famiglia, ma ritiene doveroso segnalare l’accaduto in quanto emblematico di una cieca ed ottusa discriminazione razziale, che contribuisce pesantemente ad alimentare un clima basato sulla paura del diverso. Chiamiamo all’appello le Istituzioni, affinché intervengano per evitare che questa forma di intolleranza diventi uso e costume di una comunità (sia quella valdostana, sia quella italiana) che aveva fatto (e vorremmo che continui a farlo) della tolleranza verso gli immigrati un valore antico e profondamente radicato.
Il populismo basato sulla paura sta travolgendo questi valori. La tolleranza verso gli immigrati è in calo, il nazionalismo, al contrario, ottiene successo sia elettorale che di condivisione, facendo leva sul fatto che percepiamo il nostro stile di vita come soggetto a minacce.
Tutto ciò non fa altro che alimentare divisioni etniche e religiose, che se non contenute avranno pesanti ricadute negative sulla convivenza civile.