Liquidare la vicenda Alitalia come “abbiamo già dato” non solo definisce una forte insensibilità sociale dato che siamo di fronte ad una grande impresa che occupa migliaia di lavoratori tra occupati diretti ed indiretti ma anche cecità economica per le ricadute finanziarie che il fallimento, o la svendita anche spezzettando l’impresa, comporterebbe. Senza ovviamente dimenticare gli effetti che simili disastrose conseguenze avrebbero su un settore delicatissimo quale quello del nostro turismo.
Si tratta quindi di operare al meglio perché la fase di commissariamento sia utile e proficua per ricercare soluzioni di risanamento attraverso seri piani industriali basati su accordi con altri gestori che non escludano la vendita,ma non la svendita, sulla modifica di rotte e su nuove e più convincenti politiche tariffarie.
Risanare significa insomma non desistere dal recuperare ruoli e funzioni ad una impresa che è già costata alla collettività oltre 7 MLD e che quindi si deve far di tutto perché quelle risorse non vadano perse definitivamente.
Inoltre – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – ribadiamo come sia necessario che gli utenti che hanno o vorrebbero optare per Alitalia siano tranquillizzati, che comunque ed in ogni caso eventuali biglietti e prenotazioni saranno rimborsati o riprotetti con assoluta certezza, al fine di evitare fughe della clientela, che determinerebbero il sicuro fallimento di Alitalia.