Ancora altalenanti i dati diffusi oggi dall’Istat relativamente alle vendite al dettaglio.
Nel primo trimestre 2017, secondo l’Istituto di Statistica, il commercio segna una crescita del +0,7% (“l’aumento maggiore da oltre sei anni”, inneggia l’Istat). Salvo poi ridimensionare l’entusiasmo nel pubblicare i dati dettagliati relativi alle vendite registrate a marzo: -0,4% sull’anno.
Un andamento che conferma, in sostanza, una fase di stallo.
“La crescita, quella vera, duratura, basata su elementi strutturali e stabili, è ancora lontana. Mentre non è ancora abbastanza lontana la minaccia della crisi che ha colpito il sistema economico, di cui ancora le famiglie subiscono il pesante strascico.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Da questi dati appare evidente che il Paese deve ripartire dal Lavoro.
Rilanciare l’occupazione e redistribuire i redditi è il primo passo per risollevare la domanda interna ed innescare un circolo virtuoso per la crescita e lo sviluppo.
È noto, infatti, come le famiglie scontino le conseguenze della crisi occupazionale, provvedendo al mantenimento di figli e nipoti disoccupati con un onere che, secondo quanto emerso dalle nostre rilevazioni, ammonta a circa 450 Euro al mese.
Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, se la disoccupazione tornasse a livelli pre-crisi (vale a dire a circa il 6%, livello ancora elevato a nostro avviso), il potere di acquisto della famiglie aumenterebbe di 40 miliardi di Euro l’anno.
È evidente, quindi, l’importanza di intervenire sul fronte dell’occupazione, avviando piani di investimento destinati a finanziare progetti di ricerca e di sviluppo, piani per la modernizzazione e messa in sicurezza delle infrastrutture, nonché programmi per la qualificazione e valorizzazione dell’offerta turistica.
Inoltre è indispensabile scongiurare, una volta per tutte, la minaccia di aumento dell’IVA che avrebbe effetti deleteri sull’andamento della domanda interna e sull’intero sistema economico, determinando ricadute, a regime, pari a circa 609 Euro annui a famiglia.