Come temevamo è stato approvato con voto di fiducia il DDL Concorrenza.
Un decreto che, come abbiamo sempre affermato, non apporta alcuna novità positiva per i cittadini e sembra scritto su misura delle grandi aziende, specialmente in campo energetico, assicurativo e farmaceutico.
A confermarlo oggi è lo stesso Presidente della X Commissione Industria al Senato, che ha dichiarato come alcune norme contenute nel ddl Concorrenza "ne hanno fatto uno strumento per favorire o salvaguardare alcune grandi aziende come Enel, Generali, Unipol, Walgreens Boots Alliance e Big Pharma".
“La novità apportata dal Decreto che riporterà le conseguenze più dannose per i cittadini è quella che riguarda l’abolizione del mercato tutelato, che consegnerà i cittadini in pasto ad un mercato libero in cui non vi è la minima ombra di competitività e convenienza, ma è ricco di pratiche commerciali scorrette ed abusi.” – sostiene Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.
Di fatto, l’85% dei circa 23 milioni di clienti del mercato di maggior tutela saranno “regalati” al maggiore operatore nel settore dell’Energia: dal 2019 chi non avrà scelto personalmente una propria compagnia sarà assegnato d’ufficio a quella che in precedenza garantiva la fornitura per conto dell’Acquirente Unico.
Se volessimo dare alle cose il proprio nome, questo si chiamerebbe monopolio, no concorrenza.
Altro grave passo indietro è stato fatto in tema di assicurazione, con il ritiro dell’abolizione sul tacito rinnovo per le polizze assicurative del ramo danni. Tale provvedimento estendeva l’abolizione del tacito rinnovo, pertanto, anche alle polizze del ramo danno non obbligatorie: con la sua eliminazione, ancora una volta, viene definita una norma in base agli interessi delle compagnie assicurative.
Ma l’elemento che giudichiamo più inconcepibile è la scelta del Governo di blindare con un voto di fiducia un provvedimento così delicato e rilevante, che avrà conseguenze estremamente importanti per i cittadini e per la vita delle persone. Favorire la discussione e la condivisione su tale disegno di legge sarebbe stata senz’altro la scelta più lungimirante e rispettosa dei cittadini, ma la ragionevolezza non sembra il tratto distintivo del Governo.