Nonostante l’intervento del Garante della Privacy, che aveva bloccato l’uso e l’abuso dei dati sanitari dei cittadini italiani e nonostante la grave negazione del diritto di ogni cittadino di essere informato e di dare il proprio consenso, l’Europa ha acconsentito affinché i nostri dati sanitari possano essere utilizzati da multinazionali per scopi non precisati.
Dal 12 dicembre i dati degli italiani, con la sola “autorizzazione da parte del Garante della Privacy”, che fra l’altro è vincolante solo relativamente all’anonimato e ad un utilizzo limitato, potranno essere concessi per scopi di ricerca scientifica o statistici.
La scarsa trasparenza di tale normativa risulta inaccettabile. Non è chiaro se tale decisione sia frutto di mancata informazione o rappresenti un vero e proprio favore alle multinazionali e delle case farmaceutiche.
In tal senso Federconsumatori richiama l’urgenza di avviare un serio confronto su tale delicata tematica per:
- riaffermare il diritto del cittadino italiano di concedere consapevolmente ed accedere ai propri dati sanitari;
- essere tempestivamente e adeguatamente informati di un loro possibile utilizzo;
- confermare il diritto di ciascuno di negare il loro utilizzo;
- tenere sotto osservazione e controllo gli interessi delle grandi multinazionali tecnologiche e delle aziende farmaceutiche.
Per questo facciamo appello ai presidenti di Camera e Senato affinché stimolare un nuovo confronto sulla materia in sede parlamentare.