L’Istat comunica che nel 2017 è stata stimata una crescita media dei prezzi pari al +1,2% e che per il mese di dicembre l’inflazione resta invariata al +0,9%. Non si ferma poi l’impennata dei prezzi dei prodotti del “carrello della spesa” – quindi quelli a più alta frequenza di acquisto – che toccano quota +1,5% su base annua. Nella pratica, tali percentuali si traducono in un aggravio annuo di ben +267,3 Euro.
I dati appena trasmessi appaiono in forte e chiaro contrasto con le condizioni economiche dei cittadini, che ancora faticano a far quadrare i bilanci familiari e, anche se da più parte sentiamo parlare ottimisticamente e irrealisticamente di ripresa ormai avviata, la situazione resta incerta. Anche la frenata dei consumi (che nel terzo trimestre del 2017 fanno registrare il dato più basso degli ultimi due anni, appena il +0,2%) e il parallelo aumento della propensione al risparmio dimostrano i sentimenti di incertezza, preoccupazione e indeterminatezza che orientano le scelte quotidiane della gran parte della popolazione.
E’ inoltre significativo il fatto che la crescita dei prezzi sia determinata soprattutto dagli aumenti dei beni energetici, quindi carburanti, luce e gas.
“A fronte di tali rilevazioni, ci troviamo a ribadire la necessità di un capillare monitoraggio di prezzi e tariffe per contrastare il fenomeno degli aumenti inspiegabili ed ingiustificabili, che mette in serissima difficoltà i cittadini” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.
Verifiche e controlli mirati devono essere effettuati soprattutto nel settore dei carburanti, i cui gli aggravi si ripercuotono in modo diretto sulle tasche degli automobilisti ma anche indirettamente sui prezzi dei beni di consumo, poiché nel nostro Paese il trasporto dell’86% delle merci avviene su gomma.