L’Istat conferma, ad Aprile, il tasso di inflazione in frenata al +0,5%.
Un rallentamento dovuto, secondo le motivazioni fornite dall’Istat, al ribasso delle tariffe di energia elettrica e gas.
Aumenta del +1,2%, invece, il tasso relativo al “carrello della spesa”, vale a dire ai beni a più alta frequenza di acquisto.
Con il tasso di inflazione a questi livelli, l’aggravio a carico delle famiglie ammonta a +148 Euro annui, di cui 72,8 solo nel settore alimentare!
Come abbiamo già evidenziato in altre occasioni, un tasso di inflazione così elevato in relazione al carrello della spesa si ripercuote in modo drammatico soprattutto sui redditi medio-bassi: se non si verificherà una decisiva inversione di tendenza continueranno a perpetuarsi le disuguaglianze e disparità già ampiamente diffuse nel nostro Paese. L’aumento dei prezzi non fa che peggiorare lo stallo della domanda interna, con gravi conseguenze sulla produzione, sull’occupazione e sul sistema economico nazionale nel suo complesso.
“E’ urgente agire sulla redistribuzione dei redditi e sul lavoro e sono proprio gli interventi in questa direzione a dover costituire la priorità assoluta per il Governo che si appresta a prendere le redini del Paese” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.
A tutto ciò si aggiunge l’assoluta necessità di disinnescare le clausole di salvaguardia per scongiurare l’eventualità di un aumento dell’IVA, che in un quadro come quello appena descritto avrebbe conseguenze disastrose.
Fare in modo che i bilanci delle famiglie tornino finalmente ad essere in attivo è una condizione imprescindibile per restituire nuova linfa alla domanda interna e ai consumi, in modo da costituire basi più solide per una crescita che si sta dimostrando ancora instabile e zoppicante.