La proposta di legge dell’onorevole Barbara Saltamartini è stata depositata a fine marzo ma se ne sta parlando solo in queste ore e ha dell’incredibile: la parlamentare leghista ha presentato, insieme ad altri colleghi, un testo che, se approvato, prescriverebbe l’obbligo di esposizione del crocifisso “in luogo elevato e ben visibile” nelle scuole, nelle università e accademie, negli uffici delle pubbliche amministrazioni e negli uffici degli enti locali territoriali, nei seggi elettorali, nelle strutture di pena e detenzione, negli uffici giudiziari, negli ospedali, nelle stazioni, nei porti, negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche e consolari italiane e in tutti gli uffici pubblici.
Leggendo la notizia sembrerebbe quasi una delle fake news che proliferano sul web ma, purtroppo, è tutto vero: tra gli atti della Camera dei Deputati è registrata e facilmente consultabile la proposta n. 387, che imporrebbe inoltre una multa da 500 a 1.000 per i trasgressori.
L’approvazione da parte del Parlamento segnerebbe un anacronistico passo indietro nella legittima separazione tra Stato e Chiesa sancita dall’articolo 7 della Costituzione e rappresenterebbe un vero e proprio atto coercitivo ai danni di amministratori locali, dipendenti pubblici e cittadini.
“In Italia la religione cattolica non è più religione di Stato da oltre trent’anni, pertanto tale imposizione è del tutto inaccettabile” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori Nazionale.
La laicità è uno dei pilastri su cui si fonda il nostro ordinamento ed è fondamentale che venga tutelata, soprattutto in un contesto sociopolitico delicato come quello attuale. La proposta di legge appare come una mossa politica finalizzata a riscuotere consensi e, ovviamente, non può che intrecciarsi con il delicato tema dell’immigrazione. Condurre una insensata “battaglia del crocifisso” porterebbe ad un grave inasprimento nel confronto interculturale, compromettendo le possibilità di dialogo e mediazione di cui invece il Paese ha estremo bisogno.
Come Federconsumatori rivolgiamo un appello ai parlamentari affinché non approvino la proposta, impedendo che il crocifisso venga strumentalizzato e utilizzato come arma politica.