Una nuova bufera si scatena sulla sanità e, ancora una volta, a finire sotto i riflettori della magistratura è il rapporto tra medici, dirigenti sanitari e case farmaceutiche, facendo emergere l'ennesimo caso di corruzione e truffa.
A fare le spese di questa situazione di mancanza di etica, di rapporti collusivi, di conflitti di interesse, sono la salute dei pazienti, le tasche dei cittadini e un servizio sanitario pubblico in grave difficoltà.
Questo è il desolante quadro che emerge dalle indagini della Procura della Repubblica di Parma, con l'ausilio dei Nas dei Carabinieri che ha toccato numerose regioni italiane e ha portato a numerosi arresti e indagati.
Ben vengano le indagini e Federconsumatori auspica che tutte le responsabilità vengano accertate e punite. E' tuttavia necessario che il Ministero della Salute intervenga a monte per arginare questi episodi sempre più frequenti.
In primo luogo occorre fissare delle norme decisamente più stringenti per l'ammissione di nuovi farmaci nel Prontuario farmaceutico nazionale, limitandone l'accesso ai farmaci davvero innovativi sul piano medico scientifico e non solo del marketing.
Oggi nelle farmacie sono presenti circa 9000 farmaci di cui, la metà, secondo le autorevoli parole del Prof. Silvio Garattini, sono superflui, per cui occorre limitare e sfrondare in modo deciso.
Altrettanto necessario è che il Ministero promuova campagne di sensibilizzazione rivolte a medici e cittadini per ridurre l'uso dei farmaci (e degli integratori) solamente in casi di reale necessità e non in ragione di forme di consumismo farmaceutico.
In questo modo si otterrebbero risultati molto importanti sia sul piano della salute della popolazione, sia sul piano di ingenti risparmi da dirottare sulle tante carenze del Servizio Sanitario Nazionale.