Federconsumatori ha realizzato il 12° Report nazionale su “Servizi e Tariffe dei Rifiuti”, una analisi relativa agli importi della Ta.Ri. (Tassa Rifiuti) nei 20 Comuni italiani, Capoluogo di Regione.
Dall’indagine, realizzata esaminando i “Regolamenti per l’istituzione e l’applicazione della Tassa sui Rifiuti (Ta.Ri.)” dei Comuni italiani, è emerso che la spesa media annua di una famiglia tipo composta da 3 componenti in un appartamento di 100 mq per la tassa sui rifiuti nel 2018, sulla base del campione rappresentato dai 20 Comuni Capoluogo di Regione, è stata di 319,63 Euro annui, contro i 321,96 Euro del 2017 (con una variazione del -1%).
Per una famiglia mononucleare, in un appartamento di 60 mq, la spesa media si attesta nel 2018 a 144,00 Euro, contro i 145,93 Euro del 2017 (con una variazione del -2%).
Una spesa che, nonostante la lieve flessione, pesa notevolmente sui bilanci delle famiglie e che sarebbe improponibile, come prospettato da un emendamento, introdurre nella bolletta elettrica con cadenza bimestrale. Esistono, in relazione a tale tariffa, notevoli variazioni di costo nelle diverse aree geografiche della penisola italiana. Per quanto riguarda la tipologia di famiglia di tre persone in 100 mq di abitazione, la media del Nord Italia si attesta a 308,77 Euro, quella del Centro Italia a 318,17 Euro e quella del Sud Italia e delle Isole è di 331,23 Euro; mentre per una famiglia mononucleare in un appartamento di 60 mq, la media del Nord Italia si attesta a 138,93 Euro, quella del Centro Italia a 142,44 Euro e quella del Sud Italia e delle Isole è di 149,86 Euro.
Rispetto al 2017 è possibile notare, sia per quanto riguarda la famiglia mononucleare che per il nucleo familiare composto da tre membri, una variazione percentuale negativa relativamente al Nord e Sud Italia ed Isole, ed una variazione positiva per quanto concerne il Centro Italia.
È interessante notare, ai fini della determinazione della Tassa sui rifiuti, quanto stabilito dall’ordinanza n. 22531/2017 della Cassazione, Sez. Tributaria, che ha ritenuto legittimo il diritto alla riduzione dell’imposta nel caso in cui si subiscano disfunzioni, protratte nel tempo, del servizio pubblico di raccolta. La Corte di Cassazione afferma in tal modo che la tassa sui rifiuti viene sostenuta per contribuire al servizio di raccolta del Comune; pertanto, i cittadini hanno diritto che questo sia effettuato nel rispetto delle regole, anche in casi di emergenza e se ciò non si verifica possono richiedere la riduzione del tributo. Un principio che apre le porte a numerosi ricorsi, basti pensare ad una realtà come quella di Roma, ma anche ad altre grandi città del Nord e del Sud Italia.
Infine, in tema di rifiuti, è opportuno sottolineare che il 4 luglio 2018 è entrato in vigore il pacchetto di Direttive sull’Economia Circolare, che dovranno essere recepite dagli Stati membri entro il 5 luglio 2020. Gli obiettivi fissati dall’Unione Europea relativi alla raccolta differenziata che gli Stati membri dovranno raggiungere al 2035 prevedono alcuni passaggi intermedi, rispettivamente al 2025 e al 2030: entro il 2035 la percentuale dei rifiuti da avviare al riciclo dovrà essere del 65%, la percentuale di riciclo dei rifiuti da imballaggio del 70%, il tetto massimo dei rifiuti smaltiti in discarica del 10%.
Oggi l’Italia è ancora molto lontana da tale target: gli italiani differenziano circa il 52% dei rifiuti. Il restante 48% è rappresentato da rifiuti indifferenziati, di cui il 40% viene usato come combustibile negli inceneritori che recuperano energia ed il restante 60% finisce in discarica. Questo dimostra la necessità di uno sforzo per promuovere la cultura del riciclo e la consapevolezza dei rischi per il nostro pianeta determinati dall’elevata produzione di rifiuti. In tal senso è indispensabile disporre i piani nazionali e regionali di gestione rifiuti prevedendo la chiusura del ciclo completo dello smaltimento dei rifiuti e il raggiungimento dei target europei per evitare di incorrere in pesanti sanzioni, come avvenuto già in molti comuni. Tali operazioni si rendono indispensabili anche al fine di evitare il prolungato stanziamento dei rifiuti negli impianti di stoccaggio che, come purtroppo la cronaca recente ci dimostra, rappresentano un elevato pericolo per la salute dei cittadini, essendo a rischio di incendi, spesso dolosi e strumentali, a causa di pericolose e sempre più diffuse infiltrazioni mafiose.