La squadra mobile di Milano ha eseguito in diverse regioni un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone che, secondo le accuse, si sono rese "responsabili a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, attività di gestione non autorizzata e intestazione fittizia di beni".
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti i rifiuti, provenienti soprattutto dalla Campania, in particolare rifiuti domestici di Napoli e Salerno, venivano accatastati in magazzini che poi venivano dati alle fiamme.
Un segnale chiaro ed allarmante di come il business dei rifiuti stia estendendo le proprie maglie, allargando i confini della “terra dei fuochi” verso Nord.
Il materiale plastico bruciato solo nel rogo del 14 ottobre 2018 avrebbe procurato ai soggetti coinvolti un profitto illecito di circa 1 milione di euro.
Un business estremamente redditizio, che fa gola alle principali e più spregiudicate organizzazioni di stampo mafioso.
L’evoluzione delle indagini dimostra quanto sia urgente e necessario disporre i piani nazionali e regionali di gestione rifiuti prevedendo la chiusura del ciclo completo dello smaltimento dei rifiuti e il raggiungimento dei target europei per evitare di incorrere in pesanti sanzioni, come avviene già in molti comuni. Tali operazioni si rendono indispensabili anche al fine di evitare il prolungato stanziamento dei rifiuti negli impianti di stoccaggio che rappresentano un elevato pericolo per la salute dei cittadini, essendo appunto a rischio di incendi, spesso dolosi e strumentali.
Lo sforzo deve venire da tutti: è indispensabile infatti, a partire dalle nostre case, darci da fare per promuovere la cultura del riciclo e la consapevolezza dei rischi per il nostro pianeta determinati dall’elevata produzione di rifiuti.