L’Istat ha diffuso oggi i dati relativi alla variazione annua dei prezzi al consumo, che a marzo resta stabile all’1%. Su base mensile, invece, l’indice segna una crescita del +0,3%.
Con il tasso di inflazione a questo livello l’aggravio annuo per una famiglia tipo ammonta a circa 296 Euro.
L’Istituto di Statistica spiega come la stabilità dell’indice a marzo sia frutto di dinamiche contrastanti: da un lato assistiamo alla crescita dei costi dei beni energetici non regolamentati, dall’altra alla diminuzione relativa ai costi dei beni alimentari non lavorati, dei servizi relativi ai trasporti e dei tabacchi.
Come denunciamo da tempo, tale incremento dei prezzi risulta insostenibile per le famiglie, i cui redditi non aumentano in misura proporzionale rispetto al costo della vita. Ecco, allora, che le condizioni di vita peggiorano e le famiglie tornano a fare sacrifici e rinunce.
La progressiva diminuzione della capacità di acquisto determina un impoverimento sempre più diffuso e un peggioramento delle già gravi disuguaglianze che affliggono la nostra società.
Tale situazione continua a determinare pesanti conseguenze per l’intero sistema economico, in termini di contrazione della domanda interna e mancata crescita.
“Per questo si rende sempre più urgente e necessario un piano straordinario di interventi in grado di imprimere una spinta verso la crescita, attraverso lo stanziamento di adeguati investimenti per il rilancio dello sviluppo tecnologico, della ricerca, per la modernizzazione delle infrastrutture.” – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. “Solo grazie a scelte responsabili e coraggiose, che superino l’attuale logica di assistenzialismo, sarà possibile creare nuovi posti di lavoro stabile e gettare così le basi per la ripresa.”